Gabriele non si sente un eroe, ma di certo ha fatto una cosa che non è da tutti. Ha assistito a un investimento con omissione di soccorso e ha inseguito il pirata della strada, facendolo arrestare.
L'incidente si è verificato nella serata di giovedì, intorno alle 22.15. Un pedone, una giovane donna, si trovava in corso Lodi all'angolo con piazzale Medaglie D'Oro. Una Ford Fiesta, che arrivava spedita, l'ha travolta. La ragazza dopo essere stata sbalzata in aria è atterrata sull'asfalto, dove è rimasta senza più muoversi. I testimoni hanno subito creduto che fosse morta. L'automobilista che l'ha investita ha prima rallentato un po', poi è fuggito via in fretta. Senza fermarsi e senza prestare soccorso. In quel momento stava passando un furgoncino, il cui guidatore ha assistito a tutta la scena. L'uomo ha visto che altre persone presenti hanno dato aiuto alla giovane a terra e hanno chiamato il 118. Ha quindi cominciato a inseguire il pirata della strada. Lo ha tallonato, lampeggiando più volte e suonando a ripetizione il clacson. Nel frattempo telefonava anche lui alle forze dell'ordine. Poco lontano dal luogo dell'incidente, in piazza Buozzi, è riuscito a bloccare l'investitore. Ci ha parlato e lo ha convinto a tornare indietro. Dove aveva lasciato la ferita c'era ad aspettarlo la polizia locale. D.V., 43 anni, è stato subito identificato e denunciato in stato di libertà per omissione di soccorso.
La ragazza investita, A.C. di 22 anni, è stata soccorsa e portata in codice giallo al San Raffaele. Ha riportato fratture alle gambe, ma era meno grave di quanto sembrasse all'inizio. Quando ha attraversato la strada, ha ricostruito con l'agenzia Ansa Gabriele, il 39enne che lavora in un'azienda che si occupa di ristorazione collettiva e che ha inseguito e bloccato il pirata, «è stata presa in pieno dalla macchina, una Ford Fiesta. L'ho vista saltare per aria come una bambola e mi ricordo che in quel momento ho pensato che sarebbe morta dopo un colpo così, sono felice di sapere che non è in pericolo». Poi la decisione di non lasciar scappare il responsabile. «Ho visto la macchina davanti a me rallentare per un po' e poi allontanarsi sempre più speditamente, mentre alcuni passanti stavano andando a soccorrere la ragazza e chiamando con il telefonino. È stato istintivo: ho cominciato a inseguire l'auto con il mio furgoncino facendo i fari e suonando il clacson. Dopo un po', saranno stati 500 metri, l'auto si è fermata, in piazza Buozzi. Sono sceso e quando l'ho visto gli ho detto Ma che fai?! Devi tornare indietro. Lui era agitato, cercava di parlare con la fidanzata al telefono.
E alla fine l'ho convinto a rientrare sul luogo dell'incidente, dove nel frattempo era arrivata la polizia locale che lo ha subito identificato». Conclude Gabriele: «Io non sono un eroe, ma non dobbiamo mai lasciar perdere se vediamo un'ingiustizia, dobbiamo intervenire. Certo, per quanto possibile, senza mettere a repentaglio la vita nostra o di altri».
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