In scena Musica Ribelle l'opera rock che si ispira a Finardi

Il cantautore è l'anima di uno spettacolo che mette a confronto i giovani con gli anni '70

Ferruccio Gattuso

Se la maggior parte dei realizzatori di musical in Italia maneggiano aspirazioni e timori in maniera diseguale (sono sempre i secondi a prevalere sulle prime al momento di scegliere quale spettacolo mettere in scena), quegli adorabili pazzi di Todomodo da Livorno guidati dal direttore artistico Pietro Contorno e dal regista Emanuele Gamba - sono fatti di altra pasta. Loro vanno dove li porta il cuore e, dopo aver scommesso due anni fa su un musical pressoché sconosciuto se non agli addetti ai lavori - il bellissimo «Spring Awakening», rock-drama tratto dal capolavoro letterario di Frank Wedekind ora puntano su una creazione propria. É infatti «Musica ribelle», testo e drammaturgia di Francesco Niccolini su soggetto di Pietro Contorno, musiche di Eugenio Finardi e co-produzione di Bags Enetertainment, l'ultima scommessa: raccontare una storia ambientata a Milano in due epoche apparentemente inconciliabili, l'oggi frammentato a colpi di individualismo e lo ieri sulla metà degli anni '70, nel pieno della stagione della contestazione, delle radio libere e del mito del «collettivo». In scena al Teatro Nuovo fino all'8 ottobre (ore 20.45, domenica ore 15.30, ingresso 34,50-25,80 più prevendita, info 02.79.40.26), «Musica ribelle» racconta di come un gruppo di giovani contemporanei, membri di una street gang composta da rapper e graffittari, deve preparare uno show in uno scantinato: le difficoltà sono molte ma tutto cambia quando i ragazzi scoprono che quarant'anni prima, tra quelle stesse mura, si è svolta una storia diversa ma simile, legata dalla magia della musica e dal sogno di ogni giovane: realizzare le proprie aspirazioni. A dare l'anima musicale all'opera nella quale figurano come principali protagonisti Federico Marignetti, e Arianna Battilana, già apprezzati in «Spring Awakening» nei ruoli di Melchior e Wendla - sono le più celebri canzoni di Eugenio Finardi. Che ha abbracciato da subito la proposta. Quello del cantautore milanese è uno sguardo commosso ma realistico, solo appena nostalgico degli anni Settanta: «Noi reduci, diciamo così, ha spiegato alla presentazione dello spettacolo abbiamo anche tradito i nostri sogni: eppure, ai tempi, avevamo la sensazione che ci potesse essere un progresso continuo. I giovani d'oggi non hanno questa certezza».

Su una colonna sonora affidata a canzoni come «La radio», «Dolce Italia», «Patrizia», «Extraterrestre», «La forza dell'amore» e, naturalmente, «Musica ribelle», la compagnia Todomodo mantiene la sua firma: musica rigorosamente dal vivo (con band diretta da Stefano Brondi), arrangiamenti inediti di Emilano Cecere e Valerio Carboni e un allestimento particolare, fatto di 14 scene alternate tra presente e passato, con un gioco di luci e video che simboleggiano il passaggio da un'atmosfera leggera a una più drammatica. «Da quasi tre anni lavoriamo a questo musical spiega Pietro Contorno Tutto è nato una mattina in cui, ascoltando la canzone che dà il titolo allo spettacolo, ho pensato ai miei 16 anni».

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