Mettiamola così. C'è una buona notizia: quello di ieri potrebbe essere ricordato come l'ultimo sciopero da qui alla fine di ottobre. Expo dovrebbe rappresentare infatti una «zona franca» in cui i tranvieri non potrebbero indire mobilitazioni (il condizionale è d'obbligo poiché nell'aria c'è già una mezza idea di scioperare il 15 maggio). Fine della buona notizia. Per il resto è stato un autentico disastro.
A tre giorni dall'Esposizione universale, proprio nel giorno in cui ha aperto la nuova linea lilla (con 5 nuove fermate), Milano si è trovata totalmente paralizzata: code infinite per prendere un taxi alla stazione Garibaldi, fiumane di gente per accaparrarsi uno dei pochissimi tram in circolazione, mezzi affollati come carri bestiame, metropolitane chiuse fino alle 15. Nel pomeriggio la circolazione è ripresa, a parte disagi sulla linea gialla a causa del suicidio di un ragazzo di 28 anni.
Milano ha sfoderato un biglietto da visita di cui non andare affatto fieri con i turisti che già affollano la città. Anche perché, disagi a parte, la mobilitazione di ieri nasconde non solo le forti tensioni tra sigle sindacali. Stavolta sono gli stessi lavoratori ad aver preso le distanze dagli stessi sindacati che, in teoria, li rappresentano. Hanno sospeso le corse contro il piano di lavoro extra per Expo firmato da azienda e sigle sindacali, sottoscritto dalla maggioranza delle Rsu in Atm (elette pochi mesi fa), ma evidentemente non condiviso a pieno. Epilogo del fallimento di una trattativa sindacale nata e morta sulla carta. Tanto che lo stesso segretario generale regionale Fit Cisl Giovanni Abimelech si sente in dovere di indire «un confronto con i propri iscritti per analizzare insieme le problematiche».
Amaro il commento del commissario unico Giuseppe Sala che bolla come «spiacevole» lo sciopero, «anche perché - dice - noi dobbiamo convincere 20 milioni di persone a venire».
Il vice del Consiglio comunale Riccardo De Corato saluta «il primo comitato di accoglienza per Expo. La città - commenta - è paralizzata per colpa di un governo che vuole fare bella figura con quattro spiccioli». A Milano infatti non sono arrivati soldi sufficienti per i tranvieri che durante Expo si troveranno a fare turni doppi, a dover saltare le ferie e ad accumulare straordinari consistenti. «È arrivato il momento - sostiene Matteo Forte (Polo dei milanesi) - che a Milano, nella capitale economica che sta per ospitare il mondo ad Expo, si affrontiil nodo del diritto di sciopero insieme alla libertà di iniziativa economica. In entrambi i casi siamo di fronte a due diritti costituzionalmente garantiti. Ad oggi però, ha prevalso sempre il primo sul secondo».
Lo scorso 14 aprile, giorno di inizio della settimana del design, il rischio sciopero era stato parato da prefetto. Stavolta non è stato possibile. A tutelare i mesi di Expo e a renderli fascia protetta è un accordo tra Comune, Atm e sindacati. Ma a creare problemi potrebbero essere le sigle minori, del tutto in rivolta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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