Scola chiede fondi per la ricerca e sfida gli studenti a battere Nietzsche

Investire nei giovani, nella scuola, nell'innovazione, settori trainanti per lo sviluppo. Economico e non solo. L'appello questa volta non arriva dagli imprenditori ma dall'arcivescovo. Il cardinale Angelo Scola parla all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica. Lo fa anche da presidente dell'Istituto Toniolo, l'ente fondatore della Cattolica. E nelle sue parole si legge una critica alle scelte della politica. Questione di priorità: «Nella crisi, è necessaria più responsabilità nell'uso delle risorse. Quanti guidano il Paese promuovano, con ben altro vigore, le esigenze dell'educazione e della ricerca».
Insomma, servono scelte che consentano di avere un sistema formativo qualificato e competitivo. Come spiega il rettore, Franco Anelli, «mentre i dati Ocse evidenziano che nella maggioranza dei Paesi sviluppati le persone con un titolo di istruzione equivalente alla nostra laurea specialistica guadagnano almeno il 50% in più di quelle che hanno ottenuto il diploma di scuola secondaria, un tale fenomeno non si verifica nel nostro Paese, a causa di un basso livello di domanda di lavoro qualificato espressa dal nostro sistema produttivo». Anche per questo tra il 2006 e il 2011 si sono ridotte del 6,5% le immatricolazioni.
Gli iscritti alla Cattolica sono 40mila. E sono circa 3mila gli studenti esonerati dal pagamento delle tasse di iscrizione, oltre ad altri 6mila che possono contare su qualche forma di agevolazione economica. «Pur nella contrazione dei fondi pubblici regionali per il diritto allo studio, l'Ateneo è riuscito a soddisfare praticamente la totalità delle richieste» entra nel dettaglio il rettore.
Il cardinale Scola, nel suo intervento, lascia ai giovani una proposta di ricerca, che è quella di sfidare Friedrich Nietzsche. L'ispirazione arriva dalla Lumen Fidei, l'enciclica di papa Francesco. Secondo Nietzsche, «il credere si opporrebbe al cercare» e «la fede sarebbe come un'illusione di luce che impedisce il nostro cammino di uomini liberi verso il domani». L'arcivescovo invita gli studenti della Cattolica a confrontarsi in profondità con questa provocazione: «Credere o cercare, fede o verità, illusione o libertà. Se queste coppie stessero in opposizione nessun uomo, consapevole di se stesso, potrebbe dirsi cristiano senza rinnegare la sua piena umanità. Occorre che ciascuno, come studente o docente, lungo gli anni della vita universitaria, possa verificare di persona la fallacia insita nelle parole di Nietzsche».
L'arcivescovo ha anche ufficialmente comunicato che Giuseppe Lazzati, studente, docente e rettore della Cattolica, laico consacrato, può essere chiamato «venerabile», perché ha vissuto tutte le virtù cristiane in modo singolare («eroico»). È il primo passo verso gli altari. «Ormai manca solo un miracolo, ottenuto per sua intercessione, perché possa essere dichiarato beato».

Lazzati segue i venerabili Ludovico Necchi e Armida Barelli, fondatori della Cattolica, e il beato Contardo Ferrini, un precursore. E oggi, il cardinale Scola vede santi in azione nella vita sociale e politica? Lui non lo nega: «La santità la vede Dio. Penso e mi auguro che ci siano persone che potranno documentare di aver vissuto così».

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