(...) che suonando il pianoforte riesce a comunicare le proprie emozioni. Alla figlia il cardinale ha chiesto: «Vuoi tornare a Islamabad?». E lei ha risposto, commuovendo un po' tutti per la passione: «No, perché Milano è bella».
Parlano quasi tutti inglese, molti sono africani e mediorientali. Ma il canto con cui hanno accolto l'arcivescovo è stato in una lingua misteriosa che evoca terre lontane. Una casa temporanea piccola, adesso gli ospiti sono diventati 40 dai 100 quotidiani che erano all'inizio di agosto (più di 350 in totale gli ospiti accolti nell'intero periodo). Adesso che ricominciano le attività del doposcuola con i ragazzi, si trasferiranno alla Casa della Carità. Quaranta persone forse non è l'accoglienza diffusa, il modello di cui parla spesso l'arcivescovo e che in alcune parrocchie significa numeri inferiori, due o tre migranti e problemi ridotti a nulla. Ma è una soluzione a misura umana, di tu per tu, di relazioni personali che rendono più facile l'amicizia e l'accoglienza.
Adesso si parla di una nuova ondata di profughi che potrebbero arrivare e della caserma Montello che si prepara ad aprire le porte ai profughi. Scola non va a caccia della perfezione e pronuncia un realistico sì anche alla caserma: «In una situazione di emergenza credo che gli spazi pubblici disponibili debbano essere impiegati con intelligenza per risolvere i bisogni che ci sono: quindi in linea di massima credo che sia una scelta da compiere».
All'oratorio don Luigi della parrocchia Beata Vergine Assunta, l'arcivescovo si è trovato a parlare anche del suo settantacinquesimo compleanno che si avvicina.
Per i vescovi è l'età della pensione e il cardinale ha confermato che il 7 novembre, lui che è nato nel 1941, presenterà la propria lettera di dimissioni al Papa: «Il Santo Padre poi mi dirà quanto tempo ci vorrà». L'arcivescovo ha già trovato il suo buen retiro per lo studio e la preghiera: la canonica di Imberido, in provincia di Lecco, poco lontano dalla Malgrate dove è nato.Sabrina Cottone
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