«Il paradosso è che si minaccia l'espulsione di coloro che si sono dichiarati e che sono scettici verso il governo Pd-Pdl». A mettere nero sul bianco sul blog la parola «espulsione» è il parlamentare Giuseppe Civati, uno dei giovani rampanti del Pd lombardo. Il contesto è nazionale, anzi romano, l'incarico di formare il nuovo governo conferito dal Colle a Enrico Letta. E sottolinea come il malumore nel partito sia ben lontano dallo scomparire, anche se il presidente del consiglio in pectore è il numero due del Pd.
Ormai la porta del dissenso è stata aperta, anche se la gran parte degli esponenti politici del Pd milanese adesso interpretano il ruolo di pompieri. La direzione provinciale del Pd ieri sera si è svolta nella sede della Cgil a porte aperte. Aperte a iscritti e simpatizzanti, insomma a tutti coloro che pensano di avere qualcosa da dire sul futuro del partito a Milano, quel partito che ha tra i suoi elettori parecchie persone a cui la «moderazione» non sembra una virtù ma un vizio.
Un confronto aspro, anche teso. Tutto sotto controllo, secondo l'intelligentia del Pd, che vede questi scontri come «normali per un partito che va a congresso». Le dimissioni di Bersani hanno aperto la stagione del rinnovo di segreterie e organi dirigenziali e l'assalto alla diligenza è in corso. «Serve grande sangue freddo per fare in modo che non sia un congresso deflagrante, ma un luogo di ascolto reciproco in cui decidere una linea comune» dichiara come una specie di sogno Bruno Pizzul, che ha proposto la nascita di un gruppo di saggi in grado di traghettare il Pd al congresso.
Sotto accusa Roberto Cornelli, segretario provinciale colpevole di aver fatto propria la linea dei ribelli, protestando contro le decisioni nazionale anche dall'interno di un incarico istituzionale qual è il suo. Nei giorni scorsi sia il parlamentare Franco Mirabelli, area bersaniana, che l'assessore comunale Carmela Rozza, hanno chiesto le dimissioni di Cornelli, colpevole di interpretare il ruolo in modo personalistico, facendo proprie le posizioni movimentiste e dei circoli invece che rappresentare una sintesi delle linee in campo nel Pd milanese.
Adesso Marco Granelli, assessore comunale alla Sicurezza e membro della direzione regionale, si dice favorevole al comitato dei saggi proposto da Pizzul per blindare Cornelli. «In questo momento l'emergenza è il lavoro, bisogna concentrarsi sullo sviluppo, risolvere le emergenze della cassa integrazione e degli esodati. Non è il momento dei distinguo» dice Granelli, presente alla direzione provinciale. Bruno Pizzul crede nella gestione collegiale, cioè una specie di commissariamento, con un coinvolgimento più ampio della segreteria: «Che oggi (ieri per chi legge, ndr) ci siano mal di pancia è fuori discussione, ma è necessario che nasca una gestione condivisa da tutto il partito milanese.
I mal di pancia di Civati sembrano dire che non è tutto così facile come sembra. E che le anime del Pd continuano a battagliare tra loro.
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