Gli scrittori si raccontano tra un quadro e una ricetta

Gli scrittori si raccontano tra un quadro e una ricetta

A pensarci bene, se c'è una ragione più forte di altre per cui la cultura sta, progressivamente, perdendo appeal (e finanziamenti), è perché spesso sembra dimenticarsi del proprio ruolo attivo, civile, impegnato: engagé, si diceva qualche anno fa. E così ci troviamo di fronte ad autori, opere e format incapaci di penetrare nella realtà che li circonda. Inevitabile, quindi, la sgradevole impressione di un'aristocratica, impermeabile torre d'avorio. È proprio quello che hanno voluto evitare, riuscendoci, gli organizzatori di «Writers Festival», che si tiene fra sabato e domenica ai Frigoriferi Milanesi. Attenzione, quindi: chi si chiede se c'era bisogno del «solito» festival rischia di rimanerci male. Writers sfugge ad ogni tradizionale definizione in questo senso: non un festival, non una fiera e neppure la canonica presentazione di libri, in cui l'autore si accomoda dietro a un microfono e parla a un uditorio il più delle volte, ammettiamolo, distaccato (e sbadigliante). Qui saranno gli stessi scrittori, poeti, musicisti e attori a cercare la chiave di volta, ciascuno a modo proprio, per coinvolgere il pubblico: la due giorni ai Frigoriferi si presenta come un'occasione per svelare le voci più intime degli autori, che raccontano e si raccontano attraverso i loro stessi gusti letterari, artistici, musicali ma anche turistici e addirittura gastronomici. È proprio questo il senso: proporre una cultura a tutto tondo, presente e interattiva, che superi l'abitudine, il prevedibile e i suoi canoni. A partire dalla location in cui Writers «va in scena» (è proprio il caso di dirlo): i Frigoriferi Milanesi, un luogo (anzi, un insieme di luoghi: il Cubo, il Carroponte, il Caveau, la Galleria, i Laboratori, la Cucina, ognuno dei quali, debitamente re-interpretato, ospiterà diversi appuntamenti) ricco di storia e suggestioni, arte e cultura non sempre convenzionali. Ma la prima garanzia la offre il programma di Writers, con oltre 15 eventi che tracciano uno spettacolare arcobaleno fra i linguaggi e le modalità espressive: si va dai Sapori d'autore al... Sequestro d'autore, passando per l'Ora dell'esordiente (dedicata a chi vuol farsi conoscere), la Mostra di libri pop-up, il laboratorio L'arte di copiare, oltre a proiezioni e tributi, come l'Omaggio a Wyslava Szymborska, poetessa polacca Nobel per la letteratura scomparsa in febbraio. Fra gli ospiti, molto attesi, sabato pomeriggio, Stefano Bartezzaghi (alle 14 nel Caveau), con Parole e numeri intorno a un quadro di Boetti, Sandro Bonvissuto (Dentro, ore 16, Caveau), Gianni Biondillo (in sala Cubo alle 18, con le sue Riflessioni sui cambiamenti della città di Milano) e Luca Doninelli, che dialoga alle 19.30 con Francesco Cataluccio.

Ma il vero colpo di scena si avrà domenica alle 14, quando, di nuovo nel Cubo, Giorgio Fontana ci spiegherà -questione in apparenza assurda - perché e soprattutto come... Smettere di scrivere! Il programma completo degli eventi è su www.writers.it.

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