Scuola evacuata per i «gas nocivi» Il vero sos era il compito in classe

Scuola evacuata per i «gas nocivi» Il vero sos era il compito in classe

Una sessantina di persone e 23 mezzi impegnati per oltre due ore, tutto per una nuvoletta di gas al peperoncino spruzzata nell’aria da qualche studente all’interno dell’istituto Frisi, forse per evitare un compito e un’interrogazione. Il risultato è stato però il blocco totale della didattica per l’intera giornata, un gran via vai di sirene e nove ragazzi all’ospedale. Uno «scherzo» dunque ma che ha comunque dimostrata la perfetta efficienza della macchina dei soccorsi. E che potrebbe costare all’autore la denuncia per procurato allarme e interruzione di pubblico servizio.
L’allarme viene lanciato ieri mattina alle 10.25 quando in un passaggio tra il pian terreno e il primo piano, si spade una nuvola di gas irritante. Il 118 invia nove mezzi: sei ambulanze, due auto mediche e il carro «Nbcr», da utilizzare in caso di incidente nucleare, batteriologico, chimico e nuclerare. In tutto 27 persone coordinate dai direttori trasporti, medico e triage per smistare i pazienti. I vigili del fuco invece escono con un’autopompa, due vetture di supporto e il loro carro Nbcr, altri 12 uomini. Intervengono anche polizia locale, cinque pattuglie con 10 uomini, il 113, quattro macchine con 8 agenti, e carabinieri, un equipaggio di due militari. Totale: 23 mezzi e 62 donne e uomini.
Appena arrivati i ghisa bloccano le strade e deviano il traffico per consentire ai mezzi di soccorso di muoversi agevolmente. Polizia e carabinieri sgomberano la scuola, che ospita un istituto tecnico alberghiero, radunando 550 tra studenti, insegnanti e personale non docente. I personale medico cominciano ad assistere i primi ragazzi colpiti da malore. Alla fine saranno 9 i ragazzi soccorsi e poi smistati tra gli ospedali Sacco, tre, Bollate, tre, Niguarda, due, e Garbagate, uno. Tutti accusano coliche addominali e bruciori a occhi, naso e gola. Nulla di grave, verranno poi dimessi con 0 giorni di prognosi. I pompieri iniziano le rilevazioni dell’aria ma le loro attrezzature non rilevano sostanze nocive di alcun tipo per cui alla fine rimane un unico sospettato: lo spray al peperoncino. Un’ipotesi che collimerebbe con i sintomi degli intossicati, la lunga persistenza della nuvola irritante e la mancata rilevazione di qualsiasi sostanza da parte degli strumenti.
A mezzogiorno e mezzo viene dato il cessato allarme, non c’è stata alcun attentato con armi chimiche. Ora non rimane che individuare il «buontempone» e i suoi eventuali complici, quasi sicuramente qualche studente che voleva evitare compiti in classe o interrogazioni. Le indagini sono affidate al commissariato di Quarto Oggiaro che procede per «procurato allarme e interruzione di pubblico servizio».

Anche se l’intervento dei mezzi di soccorso potrebbe essere preso come un’esercitazione, dai risultati eccellenti. Volendo guardare infatti il lato positivo, in pochi minuti tutti erano al loro posto, sapevano esattamente cosa fare e hanno gestito l’emergenza con estrema professionalità.

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