A breve gli alunni delle scuole lombarde potrebbero presentarsi in classe con la schiscetta portata da casa. Un panino, verdura o una pasta fredda al posto della canonica mensa. Il pasto preparato dalle mamme risolverebbe anche l'annosa questione delle rette non pagate per il servizio ristorazione. Ed eviterebbe altri casi come quello di Corsico, il cui sindaco è ricorso alla misura drastica di non servire più il pasto ai bambini figli di genitori morosi che avevano provocato un ammanco di oltre 1,2 milioni di euro. A rompere gli indugi e a concedere il primo sì al pasto portato da casa è stato il Consiglio regionale della Lombardia che ieri ha approvato una mozione presentata dal Movimento Cinque stelle e sostenuta da Forza Italia e Ncd. Il provvedimento invita la giunta regionale a sollecitare gli organi istituzionali a «dare la possibilità alle famiglie degli studenti lombardi di scegliere se usufruire del servizio mensa oppure permettere di portare il pasto da casa, dando linee guida per la corretta alimentazione e facendone quindi un momento di reale educazione alimentare anche per le famiglie». È stata respinta, invece, la mozione del leader dell'opposizione di centrosinistra Umberto Ambrosoli, sostenuta da Patto civico e Pd, che stigmatizzava la decisione del comune di Corsico e sollecitava la giunta a trovare soluzioni contro la morosità. Insomma, d'ora in avanti le famiglie potrebbero scegliere se mandare i loro figli in mensa o no, in base a possibilità economiche o a scelte alimentari. «Premesso che la Regione non ha specifiche competenze sulla questione del servizio mensa nelle scuole - specifica l'assessore all'Istruzione Valentina Aprea -, già sostieneiamo mediante misure di accesso al Reddito di autonomia le famiglie in forte difficoltà economiche, che, ad esempio, vivono in condizioni di indigenza, anche con contributi per pagare la mensa scolastica». L'assessore Aprea ha già scritto una lettera al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e al coordinamento degli assessori regionali «per promuovere riflessioni sul superamento delle rigidità che regolano questo momento della vita scolastica dei bambini del tempo pieno, favorendo il consumo del pasto con docenti e compagni, ma non il consumo di un unico pasto». Cioè per chiedere meno rigidità sull'organizzazione della pausa pranzo.La discussione sulla schiscetta si è ovviamente accavallata ai giudizi sul sindaco di Corsico Filippo Errante e sulla sua decisione di mettere alle strette le famiglie morose. Critiche dal Pd, con il consigliere Fabio Pizzul che sostiene che a Corsico «la sacrosanta operazione di recupero delle quote non pagate è stata messa in atto senza andare a distinguere nel concreto le varie situazioni e questo si è riverberato sui bambini». Fabrizio Cecchetti (Lega) ha respinto invece le critiche, difendendo il sindaco e respingendo «la demagogia del centrosinistra che utilizza strumentalmente i bambini per coprire i propri errori» della sua giunta comunale precedente. Dal centrodestra è arrivato anche l'invito a premiare il sindaco: lo hanno proposto l'assessore Giulio Gallera (Fi) e il capogruppo di Fdi, Riccardo De Corato. «Dovremmo prenderlo come esempio perché se vogliamo fare la lotta agli evasori, allora dobbiamo anche considerare come tali le famiglie che per anni hanno pesato sulle spalle della comunità non pagando la mensa».
«Spetta al governo fissare le regole - sostiene il capogruppo di Fi, Claudio Pedrazzini - Regione Lombardia farà pressioni in sede di Conferenza StatoRegioni per fissare regole meno rigide o per dare agli alunni la possibilità di portarsi il pranzo direttamente da casa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.