Coronavirus

Scuole, pennarelli e mercati. Sala gioca con le ordinanze

Il risultato delle polemiche del sindaco di Milano con la Regione Lombardia è che non si sa più cosa è proibito e cosa si può fare

Scuole, pennarelli e mercati. Sala gioca con le ordinanze

Mercati aperti, anzi chiusi. Parchi chiusi, ma jogging permesso. Anzi vietato. Articoli di cartoleria inibiti alla vendita, anzi no. Tabaccherie chiuse, ma è solo un annuncio. Ora d'aria con i bimbi sì, anzi no.

Il valzer delle ordinanze e della lotta muscolare di potere delle istituzioni è partito di pari passo con il contagio e non si è più fermato. Con il sindaco Beppe Sala in prima fila. Il 23 febbraio, ovvero due giorni dopo il primo caso di Covid-19 nel Lodigiano, alla richiesta di chiudere le scuole, il sindaco aveva replicato: «Alcuni cittadini mi chiedono di chiudere gli uffici pubblici, altri le scuole. E allora perché non gli stadi? O le aziende? O i negozi? Che differenza c'è?», salvo poi venire smentito l'indomani da un'ordinanza della Regione che chiudeva tutti gli istituti della città per una settimana. E allora, pur di metterci becco, il sindaco chiedeva «di estendere la misura alla città metropolitana».

«La città non sarà blindata» ribadiva, poi come è noto è arrivata la chiusura a oltranza delle scuole, seguita dal divieto al pubblico di assistere al derby e quindi a tutte le partite e manifestazioni sportive e di massa (era la settimana del Carnevale Ambrosiano), le serrande abbassate per musei, cinema, teatri fino al lock down totale del 21 marzo.

Anche in questo caso la voglia di visibilità del sindaco che non si è voluto sentire da meno rispetto al capo della Protezione Civile nazionale Borrelli che convocava tutti gli italiani in diretta streaming ogni pomeriggio per il punto sulla situazione, del governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana o dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera con la consueta video conferenza dall'Unità di crisi regionale, ha spinto Sala a regalarsi 5 minuti di celebrità ogni mattina.

L'8 marzo poi toccato a bar e ristoranti, con le ambiguità del caso per cui i bar avrebbero dovuto chiudere alle 18 mentre i ristoranti alle 24, vietato l'asporto, ma consentita la consegna a domicilio. Una misura assolutamente iniqua, risolta con la chiusura totale della ristorazione. L'11 marzo è stata la volta della sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti cittadini fino al temine dell'emergenza «perché causa di eccessivo assembramento». Salva la grande distribuzione e i negozi di vicinato. Due giorni fa la Regione ha disposto tramite l'ennesima ordinanza la chiusura anche dei mercati coperti cittadini, aspetto su cui il sindaco ha voluto ancora una volta esprimere all'universo mondo la sua contrarietà: «Non sono d'accordo, ma obbedisco, chiederò alla Regione la revisione della norma. E la giunta lumbàrd ha modificato l'ordinanza: sì ai mercati coperti. «Riapriamo i mercati comunali coperti. Ieri ero stato costretto a chiuderli, ma ho spiegato in Regione che non c'era differenza tra un mercato comunale coperto e un supermercato».

Ora gli unici che non possono lavorare sono gli ambulanti dei mercati settimanali che «si sentono umiliati - come scrive in una lettera aperta alle istituzioni il presidente nazionale degli ambulanti Nicola Zarrella - Gli studi dimostrano che sono più favorevoli al contagio gli ambienti chiusi, noi lavoriamo all'aperto e siamo attrezzati per garantire la sicurezza a clienti e operatori».

Il 20 marzo Beppe Sala al tg aveva annunciato «Stasera noi, come sindaci, chiudiamo anche i tabacchini». Annuncio caduto nel vuoto che ha avuto il devastante effetto di vedere fumatori incalliti correre a fare scorta. Così se alcune regioni avevano annunciato l'intenzione di chiudere i supermercati la domenica, l'assessore Gallera e Sala si erano opposti, solo a parole, generando un ulteriore grattacapo per i cittadini che anche in questo caso sono corsi a svuotare gli scaffali. Ci hanno pensato le grandi catene ad autoridursi gli orari di apertura nei week end.

Sala si è appuntato al petto anche la medaglia per aver vinto in 24 ore la «battaglia del pennarello», come lui stesso l'ha definita, ovvero ha fatto pressing affinché la grande distribuzione potesse tornare a vendere articoli di cartoleria diventati «beni di prima necessità» con la didattica a distanza. Così l'ordinanza regionale di due giorni fa autorizza nuovamente il commercio on line di qualsiasi genere di prodotto che era stato vietato con il lock down generale.

«Dobbiamo prepararci a una riapertura che speriamo tutti possa avvenire prima possibile», l'ultimo messaggio del sindaco. Quale sarà adesso la sua prossima mossa?

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