Scuole-seggi chiuse per giorni E i bimbi «piazzati» al campus

Scuole-seggi chiuse per giorni E i bimbi «piazzati» al campus

Quattro giorni a casa. Per elezioni. A partire da ieri pomeriggio migliaia di bambini hanno conquistato una vacanza fuori programma dopo avere appena saltato la scuola per Carnevale. Il rientro infatti è previsto per giovedì mattina. Le 211 scuole milanesi sedi di seggio infatti sarebbero dovute rimanere a disposizione da venerdì pomeriggio a mercoledì compreso. Così almeno stabilisce l'ordinanza prefettizia. Alcune scuole però contando di riuscire a sistemare e pulire i locali nelle prime ore di mercoledì hanno comunicato di poter riprendere le lezioni già in tarda mattinata. Una decisione che ha lasciato perplesso il provveditore Giuseppe Petralìa. «Rischiano l'accavallamento», prevede anche Giovanni Del Bene preside dell'Istituto Cadorna e del Moscati Mameli, 7 plessi per un totale di circa 2000 studenti. Lui «ideatore» della scuola aperta è stato il primo a Milano a tenere i locali a disposizione dei ragazzi in periodi di tradizionali chiusura, come a Natale e Pasqua. Ma questa volta non ha potuto farlo. Si è limitato a raccogliere la protesta dei genitori e a rilanciare però un problema che «è il momento di prendere in seria considerazione», spiega. Per le elezioni comunali nel suo istituto era stata organizzata una gita. Ma questa volta non è stato possibile fare neppure questo per via del tempo. I quattro giorni di vacanza forzata infatti costringono migliaia di mamme a fare i salti mortali. Più del solito. Chi ha potuto ha preso le ferie. Tutte le altre hanno attivato la rete d'emergenza, dai nonni, alla riunione tra amichetti a turni alterni. In città sono fiorite decine di iniziative in strutture private dalle ludoteche ai musei. Li hanno chiamati i «campus elettorali»: nuova tipologia di intrattenimento che per una trentina di euro al giorno risolve la gestione dei figli. Al di là infatti dell'aspetto squisitamente filosofico se e quanto la scuola sia luogo esclusivamente dell'apprendimento, il problema concreto resta: trasformare le scuole in seggi elettorali mette in crisi la vita di migliaia di famiglie. «Sono trenta anni che per forza di inerzia le scuole vengono utilizzate come seggi elettorali - fa notare Del Bene - forse è giunto il momento di rivedere questa organizzazione». Qualche piccolo comune ha fatto da pioniere ed è riuscito a trovare soluzioni alternative. A Milano evidentemente serve un'intesa tra Comune e ministero dell'Interno. Più difficile ma non impossibile. Lui ad esempio qualche soluzione da attuare immediatamente ce l'ha. Per cominciare «basterebbe spostare i seggi solo nelle medie e alle superiori. Più i bambini sono piccoli più è difficile la gestione. Almeno i più grandi posso stare a casa da soli. Oppure fare come in Francia dove vengono utilizzate solo le palestre con una serie di box e un ingresso dedicato». «Si può anche pensare a cambiare abitudini», concorda Paola Bocci, presidente della commissione cultura del Comune. «Non si può sempre gravare solo sulle famiglie.

Bisognerebbe cominciare col fare una reale mappatura delle sezioni per vedere se alcune possono essere accorpate e poi pensare anche a luoghi alternativi. Qualcuno aveva parlato di caserme, ma potremmo cominciare spostando tutto alle superiori».

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