Se la musica è architettura «Piano City racconta la città»

Quanti bei luoghi per i concerti. Il direttore Belgiojoso: «Note giuste al posto giusto». Chiude il pianista Intra

Luca Pavanel

Se la musica racconta la città, le sue evoluzioni, i luoghi simbolo. «Piano City è anche questo - attacca il direttore artistico della rassegna musicale Ricciarda Belgiojoso, architetto-pianista-musicologa - Già proprio così, il rapporto tra concerti e luoghi è fondamentale». Quanti siti metropolitani da scoprire, riscoprire, da guardare con occhi diversi; e ogni anno c'è qualcosa di nuovo (info: http://www.pianocitymilano.it/).

«Il festival - spiega il direttore - si è ingrandito. È nato come evento per le case e i cortili privati, poi tutto è cresciuto, fino a inglobare gli spazi pubblici, come i parchi». E così oggi è musica dappertutto, cammini per la città e ti imbatti in un recital. All'improvviso. I luoghi significativi, tra storia antica e modernità. «Vedi la Galleria Vittorio Emanuele (qui chiude il pianista jazz Enrico Intra, ndr), per la prima volta San Maurizio al Monastero Maggiore e, ancora, la Fondazione Prada, dove c'è la maratona dedicata al compositore Glass».

Quest'anno, tra l'altro, Piano City esce anche dai confini, «siamo in diverse provincie». Prove generali per la grande Milano, chissà. O forse sviluppi di una filosofia che vuole un evento così sempre più ampio e globale. «Perché è un festival partecipativo che si rivolge a tutti - dice Ricciarda -. È la musica che esce dalle torri d'avorio e va incontro alle gente nelle aree comuni». Non solo proposte specializzate, niente barriere; «non ci sono limiti di genere». E nella scelta dei luoghi, attenzione anche alle corrispondenze con la musica. Ore 20, City Life: il posto è adatto per ospitare il recital dei cinque pianoforti. Sempre la Fondazione Prada, che ben si «sposa» alla contemporaneità del minimalismo americano; ancora oggi pomeriggio, sotto il bosco verticale, si va a tutto swing, alle origini del jazz, un «contrasto» interessante con la zona. Altri luoghi particolari: Passante ferroviario (Zambrini alle 16), Albergo Diurno Venezia (maratona degli studenti del Verdi), Casa Suraya (Virzì alle 15), Malpensa (Arizza dalle 12).

«Sono convinta che architettura e musica si possono intersecare, hanno molto in comune - conclude il direttore artistico Belgiojoso -, per esempio nell logiche compositive». Come diceva lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, «l'architettura è musica congelata». Che al momento giusto viene liberata per esserer sentita.

Gran finale.

«All'Ottagono suonerò i miei brani - chiude il pianista jazz Enrico Intra -. I luoghi della musica? Se a una buona acustica si sposa una bella cornice, questo è veramente il massimo». A Piano City ci sono riusciti.

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