Cronaca locale

Se lo shopping è a fin di bene le griffe fanno battere il cuore

Con "Profit no Profit" i grandi marchi sono scontati la metà. Da lunedì, tre giorni per aiutare le Onlus riempiendo l'armadio

«Profit no Profit» è la terza edizione dell'«alta moda che fa battere il cuore», benefica non solo per il portafoglio - permette di acquistare i grandi marchi a prezzi dimezzati e di aiutare la causa di due associazioni di beneficienza, Bambino Nefropatico e Fata Onlus. Si tiene a Milano per tre giorni, in via Monte Rosa 91: un grande outlet che non lascia fuori nessuno (ci sono Valentino, Ferragamo, Tods, Alberta Ferretti, Stella McCartney, Bottega Veneta, Bally, Borbonese, Iceberg, Hogan, Hugo Boss e molti altri). Tutte scontate del 50% sul prezzo di listino: borse, scarpe, vestiti, biancheria, creme, occhiali. Si chiama outlet, ma molti degli articoli sono delle ultime collezioni - venticinque pezzi di Gucci escono direttamente dal negozio in via Montenapoleone, Bottega Veneta ha donato cento borse nuovissime, per citarne due.

«In questa terza edizione l'attenzione dell'alta moda a Milano è stata incredibile -spiega Marcia Boni, una delle Pr dell'evento -. Ad un certo punto abbiamo dovuto dire qualche “no”, non c'era più spazio per ospitare altri articoli, nonostante i 5000 metri quadrati dello spazio espositivo». L'anno scorso il ricavato netto fu di 95mila euro. Gli acquisti iniziano già lunedì, durante il cocktail di benvenuto, una maratona di shopping senza sensi di colpa, patrocinato dalla Camera della Moda e dal Comune di Milano e promossa dalle due associazioni cui verrà destinato parte del ricavato. L'Associazione per il bambino nefropatico onlus è nata a Milano nel 1978. Aiuta i bambini con malattie renali, supportando il Policlinico di Milano e le famiglie dei bambini - si finanzia la ricerca, si acquistano apparecchiature e si assistono i piccoli. Ad oggi ha 6800 sostenitori. Fata Onlus è attiva invece da 15 anni. Ospita i bambini che il Tribunale dei Minori allontana dalle loro famiglie quando non sono più «famiglia». La famiglia diventano loro, i volontari di Fata. I soldi del prossimo paio di scarpe serviranno allora a completare l'acquisto del «Robot Da Vinci», macchinario ipertecnologico per la chirurgia pediatrica mini-invasiva. Per metà: l'altra scarpa del paio finisce nella ristrutturazione della Casa di Fata, che ospita 30 bambini che hanno subito maltrattamenti. Con il ricavato si creeranno il giardino e l'orto della Casa e verrà finanziato il ritorno a scuola con l'acquisto di libri scolastici e vestiti. L'inaugurazione è alle 18.

30 : è una nuova definizione di shopping «terapeutico».

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