Sea, dopo il flop è tutti contro tutti

Il giorno dopo l'affondamento della quotazione Sea, la caccia ai responsabili va oltre F2i. Il fondo di Vito Gamberale, socio di minoranza della società che gestisce gli scali, è il primo imputato. Il cda ha deliberato un esposto alla Consob, il sindaco ha avvertito che chi ha turbato il collocamento degli aeroporti in Borsa «pagherà», e ieri ha esteso le responsabilità da Gamberale, che per due settimane ha inviato lettere e esposti alla Consob per frenare l'operazione, anche al Pdl che quasi alla vigilia ha presentato ricorso al Tar e un esposto alla Corte dei conti. «C'è qualcuno che si è opposto alla valorizzazione di un bene comune, questo dipende sia dalla schizofrenia del centrodestra che da una parte in Provincia ha appoggiato la quotazione e dall'altra si è opposta con ricorsi infondati - ha accusato ieri Giuliano Pisapia - sia perchè il socio privato ha operato perchè ciò che doveva avvenire non avvenisse». Un portavoce della Consob ha confermato che la vicenda «non si è chiusa con il ritiro dell'offerta, gli uffici della Commissione di vigilanza hanno in corso una ricostruzione puntuale degli eventi nella fase del collocamento». Sea ha preannunciato un ricorso e il Comune potrebbe chiedere il risarcimento danni. Sulle battaglie legali in vista, Gamberale ieri assicura: «Siamo sereni e tranquilli, siamo sempre stati favorevoli al mercato, abbiamo sempre rispettato ogni regola per lunga tradizione manageriale e gestionale». E il centrodestra rimbalza le accuse al sindaco. «Pisapia supera la decenza - attacca il capogruppo Pdl Carlo Masseroli -. La quotazione salta per i litigi tra F2i e il Comune, che ha portato il fondo in Sea vendendo all'asta il 30% delle quote un anno fa, e scarica le colpe sul centrodestra. Se i responsabili pagheranno, cominci da quelli più vicini a lui». Leggi: l'assessore al Bilancio Bruno Tabacci e il dg Davide Cottirore, registi delle due operazioni. Il consigliere della Lega Igor Iezzi ci aggiunge il sindaco, e invita il terzetto «a dimettersi invece di giocare allo scaricabarile». Per il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, esponente della sinistra radicale e contrario sia all'asta di un anno fa, sia alla Sea in Borsa, a rassegnare le dimissioni dovrebbero essere invece i vertici della Sea: «Di qualcuno saranno le responsabilità di aver esposto l'amministrazione comunale a questa brutta immagine. In Giappone i samurai, per una cosa del genere, si sarebbero suicidati - scherza -. Io mi accontenterei di qualche dimissione».
Tutti contro tutti. E lo saranno probabilmente nella seduta di consiglio straordinario che la capogruppo Pd ha proposto al Pdl di convocare insieme sul tema Sea già domani. É il tempo delle accuse ma anche delle exit strategy. Sempre domani si terrà un vertice tra sindaco e maggioranza per decidere le prossime mosse. La Provincia che rischia il crac (mancano 82 milioni al Patto di stabilità) lancerà un bando-lampo per vendere in 15 giorni il 14,75% delle azioni. É quasi escluso che il Comune si aggiunga alla partita, anche se pezzi del Pd preferirebbero un maxi-pacchetto ora che l'ennesimo spezzatino (se proprio F2i comprasse le quote della Provincia salirebbe al 45% di Sea).

Rizzo alza già i paletti, «il Comune deve mantenere oltre il 50% delle quote e garantire le risorse necessarie a Sea», piuttosto auspica «un ingresso della nuova Regione come socio dopo le elezioni», il sindaco conferma.

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