Se anche fissare l'incontro tra un sindaco di Milano e un presidente della Provincia diventa affare da carte bollate, è segno che il tema è delicatissimo. E sull'affaire Sea-Serravalle c'è già un'inchiesta aperta della Procura, quella sull'asta con cui il Comune ha venduto ad F2i il 30% degli scali milanesi lo scorso dicembre. Le istituzioni camminano coi piedi di piombo. A rimettere in discussione il futuro delle società - e i bilanci dei due enti - è la diffida inviata nei giorni scorsi dal fondo diretto da Vito Gamberale alla Provincia e che mette a rischio lo scambio di azioni tra Comune e Palazzo Isimbardi. Prima il consiglio comunale e il 12 luglio scorso quello provinciale hanno deliberato lo swap: il Comune passa il 18,6% delle quote di Serravalle alla Provincia che cede il 14,5% di Sea e riceve anche 45 milioni di euro come conguaglio. Ma F2i con una lettera ha chiesto accesso agli atti e diffidato la Provincia a procedere. Per Gamberale il concambio è illegittimo, serve una gara ad evidenza pubblica. Da qui la «richiesta di un incontro urgente al sindaco perché gli ultimi eventi stanno rendendo difficile proseguire nel nostro intendimento» come ha anticipato al Corriere della sera Guido Podestà sabato scorso, «abbiamo fatto un'importante operazione con il Comune, nell'eventualità poi anche di vendere per valorizzare il patrimonio, ma mi chiedo come possa essere attrattiva una società per un investitore se pende la possibilità di uno stop di qualche tribunale amministrativo». La risposta a mezzo stampa arriva il giorno dopo dall'assessore al Bilancio Bruno Tabacci, si dice «sereno» che l'operazione vada in porto, «non c'è alcun motivo per cui Comune e Provincia non possano scambiarsi le quote, - spiega al Giorno - ma se Podestà si tira indietro costringerà noi a fare ricorso». La vicenda si sbroglierà oggi, alle 9 è fissato il famoso vertice sollecitato venerdì pomeriggio al telefono da Podestà. Ma ieri Pisapia gli ha inviato una lettera formale per chiedergli «un incontro nella giornata di domani» cioè oggi «per concordare le modalità di esecuzione degli accordi intercorsi». Puntualizza che dopo aver esaminato la diffida inviata da F2i alla Provincia intende «confermare la convinzione, da parte dell'amministrazione comunale, della legittimità dell'operazione di permuta» che «risponde al fondamentale interesse pubblico, indubbiamente preminente rispetto a quello privatistico, di concentrare il possesso delle rispettive quote». Con lo scambio il Comune sale al 69,3% di Sea, la Provincia arriva a controllare, attraverso Asam, il 71,5% della Serravalle. Senza lo swap, Palazzo Isimbardi si troverebbe senza i 45 milioni già messi in Bilancio e potrebbe affrontare un aumento di capitale in Asam, perdendo quote importanti e forse la maggioranza. In Comune, Tabacci convincerebbe finalmente la sinistra radicale che non ci sono alternative alla vendita bis di Sea, a costo di scendere sotto il 51%. Gara interessante per F2i.
Anche Podestà ieri ha risposto via lettera, confermando che anche per la Provincia l'interesse pubblico è preminente, e per evitare che le azioni future vengano compromesse dai rilievi di F2i occorre un approfondimento comune della situazione.
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