Sea, la rabbia di Pisapia «Chi ha sbagliato paghi»

Dopo il flop dell'offerta di vendita le accuse del sindaco Nel mirino il fondo di Gamberale, la società fa un esposto

Sea, la rabbia di Pisapia «Chi ha sbagliato paghi»

«I responsabili ne pagheranno le conseguenze». Il sindaco lo aveva minacciato preventivamente. Già in mattinata, mentre si attendeva la chiusura del roadshow per la quotazione Sea, e prendeva sempre più corpo l'ipotesi di un flop del titolo sul mercato, Giuliano Pisapia anticipava: «Chi ha tentato di turbare il mercato e ha fatto ricorsi infondati, se ne assumerà la responsabilità». Se ci sarà «una marcia indietro bisogna scoprirne le cause, che penso siano evidenti a tutti». Alle 16 i timori diventano certezza. Raccolta degli ordini insufficiente: il titolo viene ritirato dal mercato. Si riuniscono prima il cda di Asam, la holding finanziaria della Provincia che avrebbe messo sul mercato il 25%, alle 18.30 quello della società. Conclusione? Quelle «responsabilità» vengono circoscritte chiaramente da Sea in F2i, la società ha deciso di presentare un esposto alla Consob contro il fondo di Gamberale per aver ostacolato la quotazione.

La guerra di F2i di Vito Gamberale, socio di minoranza Sea con il 30% delle azioni acquistate nel dicembre 2011 dal Comune, era iniziata una settimana fa. Lettere ed esposti alla Consob, accuse al management di Sea di aver coperto dati di bilancio. La società rincorre depositando integrazioni al documento di offerta. Il Pdl, capofila il capogruppo comunale Carlo Masseroli, deposita un ricorso al Tar e un esposto alla Corte dei conti contestando l'operazione messa in campo dal Comune. Alla vigilia del cda, viene aperto un fascicolo. In mezzo, l'esposto anche di Legambiente alla Consob contro la quotazione. Pisapia esprime «piena condivisione» per l'azione contro Gamberale, «centinaia di investitori nelle scorse settimane avevano manifestato interesse, va fatta chiarezza perchè sia tutelato il bene pubblico». Nelle parole del sindaco si legge anche una polemica contro il Pdl, e Masseroli rwplica: «Cerchi eventuali responsabili innanzitutto a casa sua. Perchè gli investtori internazionali non acquistano quote di un'azienda in salute? Perchè i suoi soci di riferimento litigano. Se Milano oggi non è ritenuta affidabile è colpa di Pisapia, convochi urgentemente un consiglio». L'aula provinciale invece potrebbe essere chiamata già nei prossimi giorni a votare l'ipotesi di un bando-lampo per la vendita del 14,5% di Sea, l'ente è a rischio crac se non recupera quegli 82 milioni che mancano per rispettare il Patto di stabilità entro fine anno. Sarà una corsa contro il tempo. Ancora ieri mattina Podestà confidava nell'ipotesi della Borsa, «il mezzo più trasparente per vendere, anche se in queste settimane c'è chi è entrato nella questione con una serie di informazioni tramite stampa al mercato, un comportamento che mi ha sorpreso».

Ci sono «serissime responsabilità e dovranno essere accertate» afferma anche la capogruppo Pd Carmela Rozza, «c'è stato - sostiene - un lavoro preciso per fare fallire l'operazione. La conseguenza più immediata a questo punto è che la Provincia va in default». E si rumoreggia di mail tra F2i ed esponenti del Pdl.

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