Si chiamavano compagni. Dopo un anno e mezzo di mandato parlano di regolamento di conti. O verifica di maggioranza, per dirla soft. Per i segretari di Pd e Sel è quanto mai «urgente». C'è chi spinge fino alla mozione di sfiducia nei confronti del presidente dell'aula Basilio Rizzo, dopo lo strappo di giovedì sulla delibera Sea-Serravalle. Il voto contrario era annunciato, ma è sotto accusa dalla coalizione per aver contribuito a fare ostruzionismo nella gestione del consiglio. Ma sono quasi tutti sono consapevoli che con una maggioranza così a pezzi la mozione sarebbe un boomerang. «Devono avere i due terzi dei voti, ci provino se vogliono farmi fuori - provoca non a caso il presidente -. E deve essere una mozione motivata con la gestione d'aula, non per un voto contrario alla maggioranza». Non rischierà per il momento. E una parte del Pd ha votato Sea turandosi il naso ma la pensa come Rizzo. Prima che il capogruppo comunale Carmela Rozza andasse ad affrontare il caso ieri pomeriggio con il segretario metropolitano del Pd, Roberto Cornelli, il consigliere Carlo Monguzzi lancia una nota che scarta a priori un suo voto di sfiducia: «Non c'è bisogno di nessuna verifica, una coalizione è forte se è ricca di diversità non di disciplina». E chiarisce che ha condiviso la delibera solo «per lealtà è fiducia verso il sindaco». Ma «mettere in Borsa la Sea dicendo che i soldi non servono alla città ma a rafforzare il piano di investimenti della società, senza neanche spiegarceli, non mi sembrava una buona idea». Monguzzi nel Pd è tra quelli che guidano la faida interna alla capogruppo, per dire l'aria che tira: lo seguono Bertolè (appena nominato vicecapogruppo), Paola Bocci, Gabriele Ghezzi. Vicini agli assessori «rottamatori» del Pd Stefano Boeri e Pierfrancesco Majorino. Tra i fedelissimi della Rozza: Fanzago e Cormio. Sul caso Rizzo la capogruppo precisa che ora «tocca ai segretari dei partiti prendere posizione». Personalmente, ritiene «non solo grave» ma «preoccupante» e «una mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi» la scelta non tanto di bocciare la delibera quanto di uscire dall'aula impedendo l'inizio della discussione per mancanza del quorum mercoledì da parte del capogruppo Idv Grassi e di Anita Sonego della Sinistra x Pisapia, «nella maratona d'aula avremmo lavorato in seconda convocazione, con un numero di consiglieri più basso. Sono andati oltre il legittimo dissenso e hanno fornito un precedente pericoloso agli altri: se domani i 20 del Pd per convinzione personale decidono di agire fregandosene della coalizione, diventiamo un'armata Brancaleone». Altrettanto «gravi» i toni usati per esprimere il dissenso. Tra le tante critiche di Rizzo a sindaco e compagni: «I beni pubblici non si svendono come pomodori al mercato».
Armata Brancaleone? Il rischio è altissimo visto anche che si riparte dalla delibera su Sogemi che sta per andare in aula. Giovedì è convocato un vertice di maggioranza. Sel scalpita per recuperare credibilità a sinistra. Persino Rizzo ha marcato che su Sea il suo elettorato «non sarà contento che si sia sdraiato» sulla linea del sindaco.
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