Bruno Tabacci è seduto in platea. Il primo assist dal palco lo lancia Marco Vitale, leconomista che animò il «gruppo di iniziativa per il 51%» nella campagna per Pisapia sindaco. E non gradisce la frenata dei giorni scorsi su una strategia che è «inevitabile» e guarda caso la stessa dellassessore al Bilancio che ieri ha animato i «Lavori in corso per un nuovo Comune di Milano» organizzato da Api. «Bisogna vendere tutte le quote di Sea - afferma Vitale -, per investire su trasporti, edilizia, energia, comunicazione». La linea dei sindacati, che domani incontreranno sindaco e Tabacci per difendere i posti di lavori e il 51% degli scali in mano pubblica? «É demenziale, la visione che ha portato alla rovina il Paese». Lassessore in prima fila annuisce. Tocca a Renato Ravasio, già amministratore delegato di Sacbo e segretario generale della Fondazione Cariplo. Si definisce «consigliere indipendente» ma da fine gennaio è il nuovo vicepresidente di Sea. Indicato nel cda dal Fondo F2i di Vito Gamberale che dopo aver acquistato un terzo degli scali a dicembre punta alla maggioranza. E anche Ravasio smentisce i sindacati, «nel prossimo anno e mezzo Sea dovrà fare investimenti per un 1,5 miliardi, ci vogliono azionisti in grado di reggerli. Ma Tabacci è già su un certa lunghezza donda». E sottolinea che F2i «si rapporta con il Comune come partner, penso che sarà disponibile a venire incontro anche ad altre esigenze» fa riferimento a quel 18,7% di Serravalle che Palazzo Marino deve vendere per coprire una parte del buco nelle spese correnti del Bilancio 2012. «Dopo due gare deserte possiamo anche fare una trattativa privata» anticipa Tabacci, nelle scorse settimane «ci sono stati incontri con F2i e Cassa depositi e prestiti».
Sul capitolo Sea, dopo la frenata (almeno a parole) del sindaco, le barricate di Cgil e sinistra radicale e la protesta anche di una parte del Pd, Tabacci una volta sul palco ammette di aver «sentito parole confortanti, mi ero impegnato a non scendere sotto il 51% degli scali ma il Comune non può fare solo ordinaria amministrazione, servono 300 milioni per i nuovi treni della M1, soldi per lhousing sociale». Esclude la vendita in blocco del pacchetto, quasi il 54%: «Andiamo per gradi». Frena invece su Sogemi, «prima il risanamento, oggi non troveremmo nessuno disposto ad acquistare i mercati» mentre su A2a «bisogna rivedere il protocollo tra Milano e Brescia, non possiamo proseguire con una governance duale con 23 persone con stipendi fuori mercato».
Il convegno di Api è nelle stesse ore del congresso Udc. Tra Tabacci e i centristi negli ultimi giorni sono volati i coltelli. Lassessore che sogna un futuro da governatore apre un comizio, e si sfoga. Tra i professori in sala si sente a casa, sogna «il ritorno alla politica di persone di qualità. I partiti oggi sono inguardabili. Sbagliano anche Pd e terzo polo a definire il governo Monti una parentesi, bisogna riportare i migliori alla guida del Paese». I colonnelli Udc che lo hanno attaccato sui derivati? «Se hanno capito almeno di cosa si stava parlando è un passo avanti». La classe dirigente «è del tutto inadeguata, scivoliamo verso il basso, a Roma come in consiglio comunale e regionale. Oggi uno che parla normale appare subito uno statista». Giorni fa si è dichiarato già «oltre» il terzo polo.
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