Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno, scriveva Vincent Van Gogh al fratello Theo. L'arte per molti resta un sogno sommerso dai doveri della quotidianità, eppure a volte può diventare una necessità talmente forte da emergere in qualsiasi momento della vita. Per il torinese Roberto De Wan, designer di moda e alfiere della maison presente a Milano in via Manzoni 44, la pittura è sempre stato un sogno nascosto al grande pubblico: ma non a coloro che ne conoscono il talento, la sensibilità e la creatività notoriamente espressa nel disegno dei celebri bijoux della griffe. Stavolta, però, il ghiaccio si è rotto e De Wan si appresta ad esporre le sue composizioni a olio, acrilico e acquarello negli spazi della Alson Gallery di via San Maurilio. Di fatto la sua carriera artistica ebbe inizio in età verdissima quando, a soli 14 anni, fu «adottato» dal maestro torinese Raffaele Pontecorvo che lo tenne a bottega nel suo atelier di via della Rocca. Una «gavetta» che, consciamente o meno, ha nutrito anche il suo futuro di designer nell'azienda di famiglia. «Ancora oggi - ricorda - partorisco le idee dei miei oggetti a matita e a mano libera, in un mondo ormai completamente dominato dal web design. La carriera di designer però - ci tiene a sottolineare - non ha avuto contaminazioni con la mia pittura che ha sempre viaggiato su un emisfero parallelo, possiamo dire più libero. E se la progettazione è l'essere, l'arte per me rappresenterà sempre il divenire».
Quella che inaugura il 7 settembre, a cura del professor Rolando Bellini, è di fatto la prima vera personale di De Wan, che esporrà 25 opere selezionate nella sua produzione degli ultimi diciotto anni. Un numero simbolico che si identifica nella maggiore età. «Maggiorenne sì - dice l'artista oggi cinquantenne - anche perchè la mia pittura non è mai stata così prolifica come in questi ultimi anni». Una pittura, la sua, che nasce sempre da un'idea di realtà e che spesso attinge dalla natura, per sconfinare in una totale libertà e kandinskiana musicalità di segni e colore.
Una musicalità che De Wan esprime con tecniche miste e polimateriche, non senza l'uso di quei pregiati tessuti tanto cari all'altra sua anima. «Il futuro? Ovviamente resterò un fashion designer, ma anche un... manager pittore, perchè continuerò ad ascoltare e rappresentare il fascino più nascosto delle cose».MdM
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