«Dove c'è Alfano non ci sono io». Tradotto e chiarito dallo stesso segretario della Lega Matteo Salvini: chi sta governando con Matteo Renzi, come il ministro Angelino Alfano con Ncd, non può essere un alleato del Carroccio «da nessuna parte». Quindi, neanche a Milano dove Maurizio Lupi per il Nuovo centrodestra, la coordinatrice di Forza Italia Mariastella Gelmini ma anche il governatore leghista Roberto Maroni tessono la tela per un accordo alle Comunali 2016. Avevano proposto un tavolo entro fine settembre, ma oggi si chiude il mese e Salvini ha chiarito bene la sua posizione. Anche a Maroni. «Stando ai sondaggi - sottolinea -, Ncd ora ha la stessa rappresentatività di Scelta Civica, stiamo parlando di una categoria dello spirito. Non sono disposto a incoerenze pur di vincere. Maroni sta amministrando in Lombardia con Ncd perché ha iniziato ad esistere dopo le elezioni. Per quanto mi riguarda, una città seria come Milano ha bisogno di gente seria che non faccia una cosa a Roma e una cosa a Milano». «Noi costruiamo e lui distrugge- E così mette a rischio anche il governo della Lombardia» la reazione del coordinatore regionale Ncd Alessandro Colucci. E da giorni ha ripreso quota l'ipotesi che proprio Salvini possa ripensarci e correre per il dopo Pisapia. Il senatur Umberto Bossi ieri ha caricato le voci: «Sarebbe il candidato sindaco ideale». Il segretario lumbard assicura di avere sempre in testa sempre lo stesso nome e cognome: «Io sindaco? A Milano c'è chi può amministrare meglio di me, e l'ideale per il centrodestra rimane Paolo Del Debbio. Ho altre idee ma per rispetto prima le sottopongo a chi dovrà discuterle con me». Non è ancora fissato un incontro con Silvio Berlusconi, «quando ci sarà parleremo di amministrative. Mi piacerebbe si facesse avanti qualcuno esterno alla politica, ma non ho preclusioni». Neanche sul nome già circolato del capogruppo di Fi in Senato Paolo Romani: «Quando qualcuno me lo proporrà ci penseremo e daremo una risposta, per ora non è avvenuto». La Gelmini chiarisce che la partita di Milano «è troppo importante, le elezioni del sindaco decidono anche la sorti del Paese ed è quindi fondamentale chiarirci subito le idee. L'alleanza con la Lega è fondamentale ma una cosa è certa: Forza Italia non si sente e non vuole essere subalterna. Pari dignità nell'alleanza».
E alla cena di finanziamento dei partito organizzata lunedì sera a Villa Gernetto, Berlusconi è tornato a parlare di Adriano Alessandrini, ex sindaco di Segrate per due mandati. «Quando amministrava lui - ha detto il leader di Fi -, Segrate era una piccola Svizzera». Il presidente ha raccontato aneddoti e cantato in francese e a mezzanotte quando è scattato il suo 79esimo compleanno è arrivata la torta e sono partiti dei fuochi artificiali.
L'ipotesi Alessandrini rischierebbe di rendere più concrete le primarie nel centrodestra.
Il capogruppo milanese di Fi Pietro Tatarella ritiene che «se si deciderà di andare verso una candidatura più politica che della società civile, allora dovremmo valutare con molta serietà anche i nomi di altri esponenti milanesi già emersi in queste settimane, come Giulio Gallera e Paolo Romani». Per Alessandro Morelli (Lega) «se non si trova un nome condiviso, Fi è libera di scommettere su Alessandrini come uomo di bandiera, ma alle primarie».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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