Sei sabotaggi, unica mano È il fantasma del Policlinico

Un fantasma si aggira per il Policlinico: un'ombra che si muove senza fatica nei meandri del grande ospedale, dai corridoi delle sale operatorie fin giù nei sotterranei, dove chiunque perderebbe l'orientamento. Ma l'ombra, evidentemente, è di casa. Sa dove colpire per fare scattare gli allarmi, e come colpire per evitare conseguenze troppo gravi. Le certezze finiscono qua. E dicono che l'ombra ha colpito almeno sei volte, quasi sempre con tecniche diverse. Che la mano sia sempre la stessa, però, ci sono pochi dubbi. Ma perché? Qual è il messaggio, il ricatto, la semplice rabbia che stanno dietro alle imprese dell'ombra del Policlinico?

Da ieri si apprende che la Procura della Repubblica ha riunito in un unico fascicolo gli atti di indagine relativi a tutte le sei imprese che hanno turbato la vita dell'ospedale di via Francesco Sforza. É la prova che anche i pm sono convinti di trovarsi di fronte ad una unica mano. Non si pensa, almeno per ora, a motivazioni politiche: infatti il fascicolo è assegnato al pool del procuratore aggiunto Nicola Cerrato, che si occupa di sicurezza sul lavoro, ed è affidato al pm Maurizio Ascione. Una ipotesi per ora pare privilegiata, ed è quella che porterebbe a uno dei diversi senza casa che si aggirano nella grande area, e che hanno dovuto fare i conti con il disagio causato dagli imponenti lavori di ristrutturazione in corso nella struttura, dove interi padiglioni sono stati abbattuti per fare spazio al «nuovo Policlinico». Ma se questa ipotesi può calzare ad alcuni degli episodi, come gli incendi appiccati qua e là, difficilmente può spiegare altri attacchi che hanno avuto per bersaglio le strutture tecnologiche.
L'ultimo allarme risale al pomeriggio di domenica 20 maggio, quando un incendio sicuramente doloso è scoppiato nei sotterranei del padiglione Granelli: durante l'orario di visita dei parenti, il fuoco si sarebbe sviluppato da un carrello per la distribuzione di materiale sanitario riempito di carta e al quale è stato appiccato il fuoco subito spento. Il fumo che si è sprigionato dai sotterranei del «Granelli» fortunatamente non ha costretto ad evacuare i pazienti ricoverati al secondo e terzo piano, tra i quali anche i trapiantati di midollo osseo. Dinamica analoga per l'episodio del novembre 2011, quando al Policlinico era ricoverato il calciatore Antonio Cassano, e nel padiglione Moneta, uno di quelli destinati all'abbattimento, era stato incendiato un locale adibito alla raccolta di materiale per le pulizie.

Più inquietanti però sono stati attacchi come quello in cui venne manomesso il quadro dei comandi di un impianto che eroga i gas medicali di una sala operatoria ed è stata chiusa la valvola del tubo che fornisce aria compressa in genere usata per pulire il campo operatorio. Davanti a fatti di quest'ultima schiatta la Procura si sta interrogando anche sull'eventuale coinvolgimento di personale dipendente dell'amministrazione ospedaliera.

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