Il «sentinello Giuliano» in piazza per i diritti gay

Dal palco lo accolgono come il «sentinello Giuliano». Il sindaco Pisapia è arrivato puntuale al «pirlotondo» arcobaleno organizzato ieri alle 15 in piazza Scala, una manifestazione per difendere i diritti omo e contro il governatore Roberto Maroni che aveva definito «quattro pirla» i gay che protestavano sotto al palazzo della Regione un mese fa, durante il discusso convegno in difesa della famiglia naturale. Promotori dell'iniziativa i «Sentinelli di Milano», il gruppo nato per contestare il movimento cattolico delle Sentinelle in piedi. Il sindaco non si unisce al girotondo, sulle note di «Che musica maestro» o «Ymca», ma sul palco si conferma paladino della «battaglia contro le discriminazioni, Milano sarà sempre più capitale dei diritti di tutti, mi batterò per far sì che i diritti civili non siano solo un pezzo di carta presente nella Costituzione, ma diventino delle realtà concrete ogni giorno. Sono battaglie che nella mia vita non smetteranno mai di essere una priorità».

Quel riferimento alla Costituzione è ovviamente segno che la cancellazione, una decina di giorni fa da parte di un commissario ad acta nominato dal prefetto, delle nozze gay celebrate all'estero che aveva trascritto sull'Anagrafe non è stata ancora digerita dal sindaco. Mentre parla, accanto al fedelissimo Paolo Limonta, alle sue spalle spicca lo slogan dei Sentinelli, «laici e antifascisti». Al collo hanno cartelli che sbeffeggiano il gruppo cattolico. «Diritti civili? Macchè, la priorità è vincere Sanremo giovani» o «il problema delle doppie punte».

In piazza ci sono l'assessore allo Sport Chiara Bisconti, gli esponenti del Pd Alessandro Giungi e di Sel Luca Gibillini, il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris che non condivide la concessione della sala consiliare in Zona 3 per un altro convegno cattolico su «Vita, Famiglia, Verità.

Maschera e volto dell'ideologia gender» che ha già sollevato nuove proteste a sinistra, dopo il dibattito in Regione. «Le istituzioni - secondo il vicesindaco - non devono concedere spazi a dibattiti che escludono e vogliono negare diritti».

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