"Senza tamponi e test di immunità non ne usciamo"

L'appello di Sala al governo: "Deve autorizzare gli esami anche se non sono certi al 100%"

"Senza tamponi e test di immunità non ne usciamo"

Tamponi a campione e autorizzare i test di immunità. Sono le due richieste che il sindaco Beppe Sala rivolge al governo, un pressing a mezzo video (pubblicato ieri mattina su Facebook) per far presente che «è il momento di cercare di guardare avanti, non possiamo più continuare a vivere la misura giornaliera, dobbiamo cominciare a fare ipotesi su quello che succederà». Per un politico, premette Sala nel video giornaliero per i cittadini da Palazzo Marino, «non c'è niente di peggio di dover prendere decisioni essendo poco confortato dalle informazioni o vivendo in una grande incertezza, e oggi noi siamo in una grande incertezza». Intanto, sottolinea che «non sappiamo quanti siano realmente i contagiati a Milano o in Italia, vediamo dei dati ufficiali la sera, ma i medici ci dicono che i positivi saranno dieci volte tanto. Non il doppio, dieci volte tanto». In seconda battuta, fa presente che «realisticamente non sappiamo se i contagiati stanno aumentando, diminuendo o sono stabili, perchè dipende da quanti tamponi vengono fatti. Banalmente, in Lombardia ne sono stati fatti quattromila mercoledì e ottomila giovedì». E «su indicazione del Ministero della Salute i tamponi vengono fatti ai sintomatici, ma si è rinunciato a fare una campionatura della popolazione tramite tamponi, cioè a usare la statistica, quindi il trend non si capisce».

Last but not least, il sindaco sottolinea che non sappiamo nemmeno «quanti sono gli immuni, coloro che hanno sviluppato gli anticorpi perchè hanno avuto il virus. Non lo sappiamo perchè non sono stati autorizzati ufficialmente questi test, alcune Regioni come l'Emilia Romagna e il Veneto, non la Lombardia, sono già partite, però qui mi rivolgo alla scienza e al governo: dovete autorizzarli». Sala incalza, «anche se non sono certi al 100% vanno autorizzati perchè è peggio non avere alcuna informazione». Il rischio insomma è di rimanere a lungo in un imbuto. «Se la politica deve prendere decisioni, deve tirare fuori il suo coraggio e valutare i rischi - afferma - deve avere informazioni, dati, sennò andrà a finire che prevarranno la paura, il garantismo, quasi l'idea che finchè i contagi non si azzerano non si riapre». Dopo la gaffe su «Milano non si ferma» a inizio emergenza, ora Sala dice «in maniera molto precisa che oggi penso che non sia proprio il caso di riaprire, è presto. Ma d'altro canto faccio fatica a comprendere questo processo e a capire cosa con responsabilità di porterà a dire che dobbiamo riaprire. Non possiamo continuare a vivere la misura giornaliera».

E a proposito di gaffe, Sala aveva annunciato la donazione di uova pasquali donate da Nestlè e colombe ai dipendenti in servizio.

Giovedì, ricevuto il via libera, Amsa ha inviato una lettera ai dipendenti per avvisarli. E tra i lavoratori Atm, come riferisce il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale, ha iniziato a montare la polemica. Ieri il dono pasquale è stato garantito anche a loro.

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