Sequestrato il tesoro del commercialista del clan

Cinque milioni di euro, cioè 1.200 immobili e un'azienda. Anzi, una vera e propria fazenda, con animali esotici e cavalli. È questo il «tesoro» confiscato a Rocco Cristodaro, il commercialista calabrese residente a Palazzo Pignano (Cremona) sospettato di essere uno dei contabili del clan Mangano. Il professionista è accusato, insieme al fratello Domenico, di aver costruito una fitta rete di prestanome e società per schermare un patrimonio accumulato attraverso l'evasione fiscale, l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e il favoreggiamento all'immigrazione clandestina.Ieri le Fiamme Gialle di Crema insieme ai carabinieri del Comando provinciale di Milano, su delega della Direzione distrettuale Antimafia (Dda) di Milano, ha dato esecuzione al decreto, firmato da Fabio Roia, con il quale il tribunale del capoluogo lombardo ha disposto il sequestro del patrimonio, stimato appunto in 5 milioni di euro. Rocco Cristodaro è stato sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 3 anni e 6 mesi.

Immobili e beni confiscati appartengono a lui e al fratello e costituiscono il patrimonio dai due accumulato dal 2000 in avanti attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, evasione fiscale e sfruttamento di immigrazione clandestina anche con lavoro in nero. Secondo quanto emerso dalle indagini i Cristodaro avrebbero potuto contare su una ampia rete di prestanome composta da familiari ma anche da dipendenti e amici.RC

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