Cronaca locale

Sesto non torna al passato. Di Stefano fa il bis col 52%

Nel Milanese quasi sei su dieci sono rimasti a casa. Del Gobbo conquista Magenta, il Pd vince a Cernusco

Sesto non torna al passato. Di Stefano fa il bis col 52%

Tornare al passato, alla ex Stalingrado d'Italia dove la sinistra ha governato non-stop per 72 anni fino al 2017, o continuare a scommettere sul futuro, sulle grandi opere al posto delle maxi moschee - come lo stadio del Milan firmato da Norman Foster che potrebbe diventare un «piano b» al Meazza - e su un sistema di sicurezza fatto di videosorveglianza, soldati e daspo record. Era il bivio davanti alla cabina elettorale per i cittadini di Sesto San Giovanni, il Comune dell'hinterland che conta ottantamila abitanti. Tradotto: votare al ballottaggio il candidato del centrosinistra Michele Foggetta, sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle, o confermare per il bis il sindaco uscente del centrodestra Roberto Di Stefano che aveva sfiorato la vittoria già al primo turno con il 48,89% dei voti, dieci punti abbondanti di distacco rispetto allo sfidante di Sinistra Italiana (Foggetta, segretario locale di SI, aveva eliminato alle primarie il candidato dem). E intorno a mezzanotte passate conquista il bis. É un duello all'ultima scheda, parte avanti Di Stefano, poi lo schema si ribalta, al 55% delle sezioni scrutinate Di Stefano prende quota. E quando mancano due sezioni partono i caroselli, è al 52% è non ci sono margini di recupero. L'affluenza è stata la grande incognita sul risulatato. Alle 12 si è fermata al 16,03%, un punto in meno rispetto al primo turno, alle 19 è salita al 32,15 (tre punti in più rispetto alla media nazionale, ma due settimane prima il dato sestese era al 36,33%), e alle 23 è arrivata al 42,3% (era al 49,14% al primo turno).

La campagna elettorale a Sesto è stata tra le più accese della Lombardia. Foggetta, 37 anni, educatore, ha firmato al ballottaggio l'apparentamento con Paolo Vino, che al primo turno aveva incassato il 6,3% delle preferenze, ma non con Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda, che avevano sostenuto Massimiliano Rosignoli e nelle scorse settimane hanno contestato duramente il candidato del centrosinistra per le frasi antisemite scritte sui social anni fa, quando era già consigliere.

Gli altri 5 match nel Milanese. Nella provincia l'affluenza media è stata del 40% (al primo turno era del 52,1%), sei su 10 sono rimasti a casa.

Ad Abbiategrasso affluenza al 37,34%, la sfida era tra Cesare Nai, sindaco uscente sostenuto da Forza Italia, Lega e Fdi, e Alberto Fossati del centrosinistra, che partiva con otto punti di svantaggio. E Nai si avvia verso il bis.

A Cernusco sul Naviglio (affluenza al 41,76%) il sindaco uscente del Pd Ermanno Zacchetti affrontava invece il ballottaggio con tre punti di distacco dal candidato del centrodestra Daniele Cassamagnaghi e a spoglio inoltrato si avviava al bis.

A Magenta (con una affluenza al 44,5%, più alta della media) il candidato del centrodestra Luca Del Gobbo, consigliere regionale e già due volte sindaco a Magenta, ha affrontato il ballottaggio con un distacco netto dallo sfidante del centrosinistra Enzo Selvaggio (47,69% contro 30,95) e conquista il «tris».

A Melzo (solo 37,1% al voto) Antonio Fusè, sindaco uscente candidato da 4 liste civiche (che ha tolto di mezzo lo sfidante del centrosinistra) batte Franco Guzzetti.

A San Donato Milanese (38,55% alle urne) invece era rimasto fuori dai giochi il candidato di centrodestra Guido Massera (Fdi), si sono sfidati Gianfranco Ginelli per il centrosinistra e l'outsider civico Francesco Squeri, in pole a spoglio avanzato.

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