La settimana del Mobile

Progettazione, ricerca, ma anche l'irresistibile fascino della nostalgia. La settima del Fuorisalone è anche questo. Ultima chiamata, fino alle 21 di stasera, per godersi un tuffo nel fascino retrò della Milano Vintage Week, mostra-mercato del vintage di qualità che in questi giorni ha già attirato allo showroom Grassi, di via Piranesi, frotte di collezionisti, appassionati o semplici nostalgici incapaci di resistere al richiamo di quelle stagioni e occasioni lontane che un po' tutti, chi più chi meno, vorremmo rivivere. Rimpianti? Innocenti ricordi? Sogni di evasione? Chissà, ognuno ha la sua risposta, e svelarla disinnesca la magia. Certo però che se gli oggetti hanno un'anima, e trovatemi un vintage-maniac che non sia pronto a giurarlo, qui di anime d'antan ce ne sono per tutti i gusti e le tasche: vestiti, gioielli, accessori, oggettistica, arredi per assaggiare, e magari portarsi a casa, un frammento di storia degli ultimi sei decenni.
Non aspettatevi roba da mercatino delle pulci: parliamo di capi indossati, usati e vissuti, oggetti che hanno da raccontare un lungo e glorioso passato, tutti però accuratamente selezionati. Perché, come sa bene chi adorava avventurarsi nella naftalina degli armadi della nonna, c'è una bella differenza tra il «vecchio» e il «d'epoca», e agli addetti ai lavori basta un colpo d'occhio. Qui i grandi marchi non mancano: Hermès, Chanel, orecchini d'autore anni Cinquanta... e una volta scelti abiti e accessori, tocca al make-up, leitmotiv degli appuntamenti di oggi alla Vintage Experience Lounge: «Vintage make up day», a cura della specialista Caterina Todde (ore 11-17); i cosmetici fatti a mano di Lush Time (12-20); «L'evoluzione del make-up» (17.30) con Annalisa Betti, giornalista e scrittrice. Nel frattempo, parentesi di galateo alle 15, per imparare a «Ricevere con stile» (in cattedra Aura Nobolo, esperta di savoir-faire), e alle 16 «Il pranzo della domenica», con Eleonora Federici, la gemmologa di Master Chef. In più, due mostre a tema curate da A.n.g.e.l.o., storico marchio del pioniere Angelo Caroli che fa scuola dal 1978: Angelo iniziò a 17 anni, mosso dalla passione per il recupero, e fu lui, nei ruggenti Ottanta (che adesso sono, a loro volta, manna per i cultori), a sdoganare in Italia il termine «vintage». Oggi «regna» su un negozio di tre piani, il Vintage Palace di Lugo di Romagna, meta di pellegrinaggio per il popolo del vintage. Proprio da questo sterminato «archivio» provengono i pezzi per le esposizioni allestite qui a Milano: «Un foulard per sempre», istantanee seriche 90x90 sulla storia del costume, e la selezione speciale «Vintage in love», per ricordare come ci sposavamo. Per essere la prima edizione, la settimana dell'oggettistica d'annata ha già fatto il pieno di «mi piace»: su facebook son già 1.500.


Ma cos'è questa smania di indossare il passato? Un fatto di moda o una forma di volontà di potenza, l'utopia di ripercorrere il vissuto, di attraversare tutte le storie, di riportare indietro le lancette? Mah, forse il vero sta nel mezzo, e poi lasciamo, come è giusto, che sia Milano Vintage Week a rispondere.

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