Caro prof Sgarbi, visto che l'ho fatta arrabbiare e non poco, mi piacerebbe chiudere la nostra polemica estiva sulla sua candidatura a sindaco di Sirmione lasciando perdere gli attacchi personali e argomentando le ragioni delle mie perplessità.
Resto convinta che per fare il sindaco di qualunque Comune, a maggior ragione di uno dei centri più importanti e famosi della provincia di Brescia, serva un impegno a tempo pieno, perché le responsabilità che i primi cittadini si assumono sono davvero enormi a fronte di bilanci sempre più risicati. Dato che la seguo fin da quando, da liceale, guardavo i suoi interventi al Costanzo Show, sono sicura che nessuno come lei saprebbe valorizzare storia, cultura e bellezza di questa perla italiana tanto amata da Goethe, Ezra Pound e D'Annunzio.
Ma, aimè, a un sindaco si richiede altrettanta capacità e volontà di risolvere problemi della vita di tutti i giorni: dalle buche nelle strade ai posti negli asili nido, fino all'assistenza agli anziani o ai disabili. Tutti aspetti che presuppongono una presenza costante e che non possono essere considerati secondari o facilmente delegati ad altri.
Mi creda, dietro alla mia rimostranza non ci sono, come ho avuto purtroppo modo di leggere in questi giorni, né interessi particolari, né sponsorizzazioni di questo o quel candidato o, peggio ancora, difese di poltrone sulle quali
peraltro non siedo. Se riuscirà a trovare tempo tra i suoi molteplici impegni, mi permetterà una sera di provare a convincerla delle mie ragioni, magari a cena guardando il nostro splendido lago di Garda. Non se la prenda.
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