Il Lambretta ha resistito cinque mesi prima dello sgombero. Un blitz, quello del 24 ottobre, deciso dalla questura nonostante la lettera-appello a «salvare l'okkupazione» spedita da Paolo Limonta, fedelissimo del sindaco, e la sinistra radicale e lo stesso Pisapia schierati con gli occupanti. Le forze dell'ordine, era stata in sintesi la replica del questore Luigi Savina, devono rispettare la legge e non le dichiarazioni politiche. E occupare è reato. Punto. Qualche giorno dopo la polizia ha liberato le palazzine Aler di via Apollodoro. Ora, qualcosa si muove in via Arbe 50, la palazzina occupata da un gruppo di antagonisti dallo scorso 30 marzo. «Sarà una spazio intergenerazionale» promettevano battezzando lo stabile come «Officina dei Beni Comuni». Quando sono andati a raccontare i progetti in cantiere nel consiglio di zona 2, la maggioranza li ha applauditi. Non la Lega, che invece ha continuato per mesi a raccogliere firme denunciando che «la palazzina sta diventando un vero e proprio centro sociale». Protestano i residenti, il legittimo proprietario dell'edificio ha denunciato subito l'occupazione abusiva. Il consigliere di zona del Carroccio, Samuele Piscina, ha pronto da mesi una mozione con la quale chiede al parlamentino di esprimere «una ferma condanna di tali atti illegali» ma - guarda caso - il testo viene rinviato continuamente, la maggioranza non lo iscrive all'ordine del giorno.
Dopo la linea dura della questura sul Lambretta, l'assessore leghista alla Sicurezza della Provincia, Stefano Bolognini, ha dunque sollevato anche il caso di via Arbe all'ultimo Tavolo per la sicurezza che si è tenuto in prefettura il 16 ottobre. Presenti il questore Savina, il prefetto Gian Valerio Lombardi. E l'immobile in zona Zara sarebbe nel mirino delle forze dell'ordine, non è escluso che l'intervento scatti a brevissimo. L'alta tensione sul tema delle occupazioni sta rallentando almeno la regolarizzazione del Leoncavallo, sembrava cosa fatta lo scambio di immobili tra Comune e proprietari (la famiglia Cabassi) ma con il clima che si è creato dal caso Macao al Lambretta all'incursione dei centri sociali a Palazzo Marino dopo lo sgombero di una famiglia abusiva da un alloggio Aler, non sembra il momento giusto - neanche alla sinistra - per far digerire ai milanesi un regalo al Leonka.
Gli autonomi del Cantiere e del comitato Abitare San Siro (paladini degli abusivi), dopo il blitz in Comune ha annunciato un presidio lunedì pomeriggio alle 17 in piazza Scala, mentre il consiglio comunale discuterà il regolamento per le assegnazioni di alloggi in deroga, per casi di emergenza.
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