Cronaca locale

Sgombero dei centri sociali, scoppia la guerriglia a Milano

Scene di guerriglia a Milano. Sgomberati due centri sociali. Gli antagonisti contro la polizia: pietre e lacrimogeni. In serata nuove tensioni

Sgombero di due centri sociali in via Ravenna, zona Corvetto
Sgombero di due centri sociali in via Ravenna, zona Corvetto

Zona Corvetto, periferia sud di Milano. Ancora scontri tra la falange antagonista e le forze dell'ordine. E ancora i centri sociali che mettono a ferro e fuoco la città per opporsi allo sgombero di una occupazione illegale. Gli antagonisti si sono opposti con violenza all'intervento della polizia nel centro sociale "Corvaccio squat" e nello spazio occupato "Rosa nera", in via Ravenna e via Pomposa. Per opporsi allo sgombero alcuni sono saliti sul tetto dello stabile, mentre altri hanno dato fuoco ai cassonetti dell'immondizia e hanno lanciato fumogeni e pietre contro gli agenti in tenuta anti sommossa. Per disperdere i facinorosi la polizia ha effettuato cariche di alleggerimento lanciando anche alcuni lacrimogeni.

Dalle prime ore del mattino le forze dell’ordine hanno assediato la villetta occupata illegalmente da tre ragazzi italiani che, dopo lo sgombero, sono saliti sul tetto dell’edificio in segno di protesta. Decine di uomini di polizia, finanza e carabinieri, tutti in assetto anti sommossa, si sono schierati all'incrocio tra via del Cinquecento nella periferia sud di Milano, a duecento metri dal mercato di via Ferrara, tra strade occupate da cassonetti rovesciati e capannelli di antagonisti contrari allo sgombero. Nove attivisti sono stati accompagnati in questura: sei sarebbero stati fermati durante gli sgomberi, tre nei tafferugli successivi durante i quali i manifestanti hanno cercato di bloccare l’accesso alle forze dell’ordine incendiando i cassonetti. "La musica può cambiare ma per il resto - ha detto uno dei fermati - non è che cambia, noi non possiamo cambiare".

Oltre ai due centri sociali, in tutta l'area, non lontana dalla fermata della metro Corvetto, sono state sgomberate diverse case occupate. "Basta sgomberi" è lo slogan scandito dai manifestanti che hanno bloccato via dei Cinquecento, all’altezza della Casa di riposo per coniugi. Tra loro persone che non superano i quarant'anni, di nazionalità italiana e straniera. Molto i giovani, che rivendicano la possibilità di poter occupare una casa in assenza di possibilità economiche che gli permettano di affittarne una. "Ho pagato 200 euro per un bilocale - dice una ragazza che vive nel quartiere - non so chi sia stato ad aprirla ma ci aiutano ad avere quello che non avevamo".

A gettare benzina sul fuoco si fionda ci pensa Francesco Caruso, esponente del movimento no global del sud Italia, difende a spada tratta le occupazioni. Un fenomeno che conosce molto bene. "Ci sono migliaia di appartamenti vuoti, che restano inutilizzati - spiega - credo che occupare le case sfitte, pubbliche o private, sia un atto legittimo di riappropriazione sociale, come facevano i nostri nonni negli anni Cinquanta che occupavano le terre incolte: solo grazie alle occupazioni delle terre è stato sconfitto il latifondismo". E subito mette un punto fermo: "Non si tratta di occupare case assegnate ad altre famiglie - spiega all’Adnkronos - ma attaccare i grandi palazzinari che lasciano vuoti questi appartamenti per speculare sui prezzi".

In serata si registra ancora un contatto tra antagonisti e forze dell’ordine. Questa volta è avvenuto alle 20.30 in via Ausonio, dove un centinaio di persone è arrivata in corteo partendo proprio dal centro sociale il Corvaccio in
via Ravenna. I manifestanti avevano annunciato che sarebbero arrivati davanti al carcere di San Vittore ma in via Ausonio hanno lanciato pietre, bottiglie e petardi contro gli agenti in tenuta antisommossa che hanno risposto con
lacrimogeni e sfollagente. Il gruppo ha anche tentato di allestire una barricata, ma poi ha rinunciato e si è sciolto nelle strade limitrofe.

Danneggiate le vetrate di alcune banche e imbrattate con la vernice le vetrine dei negozi.

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