Sgominata l’ultima baby gang cinese

Sgominata l’ultima baby gang cinese

Con gli arresti degli ultimi 24 giovanissimi criminali arrestati ieri, i carabinieri sono convinti di aver definitivamente chiuso con il conto con le tre principali baby gang che spadroneggiavano in Chinatown. Ultima di una serie di operazioni che dal 2009 hanno portato in galera quasi cento ragazzi autori di una striscia impressionante di assalti a negozi, rapine, estorsioni, risse, tre tentati omicidi e un brutale delitto a colpi di mannaia.
Chinatown, una città nella città, 20mila residenti, la più folta comunità d’Italia, ma soprattutto 600 milioni di fatturato all’anno su cui si sono gettate le organizzazioni criminali cinesi. Bande composte da giovanissimi, età media 17/19 anni e con una forte presenza femminile, divisi in tre bande: i locali più torinesi e bresciani, pronti a calare su Milano. Perennemente il lotta tra loro, con continui cambi di alleanze, tra guerre dichiarate e fragili tregue, per accaparrarsi i guadagni derivanti dalla pizzo ai commercianti (e chi sgarrava si ritrovava con il negozio distrutto), dal traffico di droga, ketamina, ecstasy e cocaina, dalle bische e dalla prostituzione.
A un certo punto i «milanesi» non riuscendo più a reggere le scorribande dei «torinesi» si alleano con i «bresciani», ma un blitz delle magistratura con nove arresti tra Milano e Brescia, rompe gli equilibri. E la gang piemontese si fa sempre più aggressiva. Il 25 febbraio i «torinesi» (resi più forti dai rinforzi giunti da Prato) fanno un incursione in una discoteca di via Gargano, ammazzano un piccolo boss locale e feriscono gravemente cinque suoi complici. A giugno viene fermata all’ultimo momento una spedizione punitiva, questa volta con le armi da fuoco, in un altro locale di viale Papiniano. Le bande sembrano fuori controllo poi lentamente i carabinieri cominciano a martellare le tre organizzazioni. Tra il 2009 e il 2011 finiscono in carcere 78 giovanissimi cinesi, viene fatta chiarezza su 15 violentissime risse e tre tentati omicidi, 32 estorsioni e rapine, sequestrate droga, armi bianche e una pistola. Infine con l’ultima operazione, i militari riescono a ottenere 30 ordini di cattura, 24 già eseguiti, sei i latitanti.


Sono tutti adolescenti o poco più, di seconda o terza generazione che hanno assorbito la cultura delle organizzazioni mafiose. C’è una rigida gerarchia piramidale con «fratelli minori», «fratelli maggiori» e il capo che dirige la banda, paga appartamenti e auto ai suoi uomini e persino gli avvocati quando finivano in galera.

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