(...) sono diversi tra di loro e che «conoscere la differenza è gettare la base della comprensione» (lo dice lo psicologo Marco Scicchitano). Oppure che un bambino nasce da un uomo e una donna e che la compravendita di esseri umani che si nasconde dietro l'utero in affitto significa tornare ai tempi della schiavitù (il giornalista Mario Adinolfi). O che il fisco è il peggior nemico delle famiglie (copyright del sociologo Massimo Introvigne).
C'è poi l'intervento della giornalista e scrittrice Costanza Miriano. Forse perché accusata di essere una cattolica bigotta, sfoggia una minigonna che le attira un «Bella!» dalla platea. E lei, pacifica, dichiara un'altra di quelle cose chiare e evidenti a ogni femmina: «Studi, ti impegni, ma questa è la prima cosa che una donna vuole sentirsi dire». I maschi, si sa, preferiscono altri apprezzamenti. Forse per questo c'è quello spiegamento di forze dell'ordine fuori?
O sarà per un'altra frase (diciamolo, un po' spinta) della Miriano, cioè che «i cattolici lo fanno meglio?». Sì, proprio quella cosa là, il sesso, perché - argomenta lei - queste famiglie tradizionali hanno imparato a gustarne la profondità da adolescenti. Fino alla dichiarazione eversiva: «La conciliazione è una balla tremenda. Bisogna permettere alle lavoratrici di essere mamme, non costringere le mamme a lavorare».
Adinolfi, uomo di sinistra, renziano, lancia il suo appello a Renzi e alla sinistra in piazza: «Vogliamo dare il nostro timbro a oscenità del genere?». Critica lo step child adoption che si sta facendo largo in Parlamento grazie all'oscurità lessicale. Non è nemmeno un'adozione - ricorda - ma «un meccanismo che vuole ratificare l'utero in affitto», così come «la donatrice d'ovuli non è una donatrice ma una persona lautamente pagata per farsi bombardare di ormoni e sottoporsi a un'operazione invasiva», il tutto per «strappare a una madre un figlio appena nato che piange perché vuole essere allattato». Per dire queste cose servono carabinieri e polizia?
Spunta dal pubblico anche il contestatore, che pretende di prendere la parola sul palco. La ottiene, in modo diciamo non proprio pacifico, si mette a contestare la rieducazione dei gay (tema liberamente scelto e introdotto da lui), quando cercano di togliergli il microfono oppone resistenza. Viene strattonato. Nel frattempo la platea rumoreggia, sembra la curva di uno stadio e tutto appare leggermente surreale. Che dire? Provocazione riuscita: ora è la folla a avere l'aria intollerante.
In prima fila uno schieramento di politici di centrodestra, soprattutto Lega e Ncd. Per gli azzurri c'è l'assessore Valentina Aprea.
Tra i volti noti, il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, l'ex presidente della Regione, Roberto Formigoni, naturalmente il presidente della Regione, Roberto Maroni, che promette un nuovo convegno per Expo. Con logo Expo. Titolo in tema: «Nutrire i nostri valori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.