Creare per la Lombardia un «modello sicurezza» che sia esportabile anche nelle altre regioni d'Italia. È questo l'impegno del candidato alla Regione Roberto Maroni che ieri nella sede dell'Unione del commercio ha presentato i punti del programma (sia regionale che nazionale) del centrodestra insieme al coordinatore Mario Mantovani, Daniela Santanché, Filippo Saltamartini e Ignazio La Russa per Fratelli d'Italia. Nel mirino in particolare la situazione di Milano che grazie a due anni di cura Pisapia ha visto aumentare la pericolosità delle strade da cui il sindaco aveva immediatamente cacciato le pattuglie dei militari. Perché, ha spiegato Daniela Santanché candidata alla Camera nel collegio Lombardia 3, «come donna mi sento meno sicura a vivere a Milano». E il motivo, spiega, è che «tra noi e la sinistra c'è proprio una diversa filosofia: per noi le forze dell'ordine sono una sicurezza, per loro una minaccia». Ignazio La Russa ricorda quando «proprio Pisapia mi disse che non voleva più i militari mandati a Milano dal governo Berlusconi perché non si può, disse proprio così, militarizzare la città». Inevitabile, a questo punto, ricordare l'allarme lanciato solo pochi giorni fa da una lettera inviata dal consolato americano che raccomandava ai concittadini la massima attenzione.
E allora Maroni promette di portare tutta l'esperienza maturata come ministro dell'Interno nel suo eventuale incarico da governatore. Spiegando che «la sicurezza deve essere ai primi posti dell'agenda politica, perché è il presupposto del vivere civile e anche del rilancio dell'economia». Tra le proposte del Pdl, quella della Santanchè che chiede di «tagliare i costi della politica a cominciare dal finanziamento dei gruppi regionali e destinare quei soldi le forze dell'ordine». Maroni ha spiegato che si può fare con la cancellazione della legge sui rimborsi e si è detto d'accordo anche sulla richiesta del coordinatore del Pdl Mantovani di dare più potere ai Comuni nella verifica dei requisiti di residenza. Mentre per la Russa «con i 4 miliardi di euro destinati a coprire i buchi del Monte dei Paschi di Siena, si potrebbero decuplicare le pattuglie in servizio», magari riportando nelle strade delle città i militari da affiancare a poliziotti e carabinieri.
Con Maroni che intende replicare in Lombardia lo strumento dei patti di sicurezza locali adottato da ministro dell'Interno. «Chiederemo anche al governo - ha aggiunto - di togliere le spese per la sicurezza dal patto di stabilità». E anche di trasferire dentro il Palazzo della Regione, almeno fino all'Expo, quella sede dell'Agenzia dei beni confiscati e sequestrati alla mafia aperta a Milano ai tempi del Viminale. Perché «l'aggressione ai patrimoni è la cosa che fa più male alla criminalità». Poi l'istituzione in Ragione di un gruppo che si occupi degli appalti Expo e che si possa interfacciare con la task force della Prefettura sempre da lui creata quando era al Viminale per impedire l'assalto alla cassaforte del grande evento in programma per il 2015.
Delle difficoltà nel controllo del territorio per i 1.546 sindaci lombardi ha parlato Mantovani che è senatore, ma anche primo cittadino di Arconate. Raccontando della disposizione data ai sui uffici di far passare sulla sua scrivania per la firma tutte le carte d'identità di cittadini extracomunitari. «Rilasciate solo dopo un colloquio in cui spieghino dove vivono e quali redditi abbiano.
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