Non c'è nulla di più politicamente provinciale (e sbagliato) del pensare che i valori fondanti una società possano essere di destra o di sinistra. Non è così. Sono valori punto e basta. E su di loro comuni cittadini e amministratori dovrebbero concordare per poi casomai dedicarsi alla discussione su altro. Perché se può essere considerato accidente e addirittura auspicabile il discutere sulla qualità estetica di un nuovo palazzo o sul rifacimento di una piazza, non lo può essere il diritto alla sicurezza. Una richiesta troppo spesso bollata come demagogica e inevitabile escrescenza ideologica di una destra egoista e magari pure xenofoba.
Nulla di più errato a leggere la Repubblica di sabato, il quotidiano non certo sospettabile di simpatie conservatrici che con la firma di Federico Rampini, giornalista a sua volta di provata fede progressista, mette in pagina un'interessante corrispondenza da New York dalla quale si scopre che negli ultimi due mesi in metropolitana ci sono stati ben 274 arresti. Mica tentati omicidi o stupratori, si tratta di «mendicanti, questuanti, venditori ambulanti». A cui va aggiunto un aumento dell'8,5 per cento dei «processi veloci» (sì, proprio processi) contro chi viaggia senza biglietto. Accattoni e finti musicisti arrestati, mentre i portoghesi finiscono a processo nel ritorno al rigore deciso dal sindaco della Grande Mela. Che a sua volta non è un pericoloso esponente del Ku Klux Klan o un tardivo emulo di Rudy lo «Sceriffo» Giuliani che con la sua «tolleranza zero» restituì ai newyorkesi quartieri fino ad allora impenetrabili. Si tratta, invece, di Bill De Blasio il sindaco più a sinistra che New York abbia mai avuto, pronto a spiegare all'incredula sinistra dei salotti come il pugno di ferro sia una politica progressista chiesta a gran voce dai passeggeri-elettori. Così come a Milano i passeggeri elettori chiedono a gran voce, ma finora inascoltati, al sindaco Giuliano Pisapia di ripulire i mezzanini del metrò e magari visto che c'è gli incroci stradali tornati in mano al racket sempre più aggressivo dei lavavetri. «Perché non sono i ricchi a viaggiare in metrò - ragiona De Blasio e con lui Repubblica - i banchieri di Wall Street nelle loro limousine non vengono importunati da questuanti». Succede un po' così anche a Milano, sindaco Pisapia. «Di colpo - assicura Rampini - noi pendolari ci accorgiamo che qualcosa è cambiato: meno musica, ma anche meno postulanti nelle stazioni di Manhattan». Non è vero allora che reprimere non serve. Che i rom in metrò sono una sciagura inevitabile. «La tipologia di soggetti che entrano nel metrò senza biglietto - spiega al Wall steet Journal Richard Aborn della Citizens crime commission - sono gli stessi che hanno maggiori probabilità di commettere altri reati come furti e scippi. Fermarli prima conviene.
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