Cronaca locale

Il silenzio interessato dei nonni del Leonka

Il silenzio interessato dei nonni del Leonka

C'erano tutti, Casa Loca, Zam, Villa Litta Okkupata, Latteria di via Watt (gli ex della Bottiglieria) il Torchiera, il Circolo dei Malfattori. Tutti tranne uno. I grandi assenti del presidio di solidarietà per lo sgombero degli squat anarchici Rosa nera e Corvaccio sono i compagni, ormai mansueti, del Leoncavallo, diventato «spazio pubblico autogestito» nel 2001 e ora in attesa di regolarizzazione. Sono lontani, anzi lontanissimi i tempi in cui i compagni ruggivano (il simbolo del Leo è un leone) in piazza per solidarietà verso i compagni di lotta, senza pensarci troppo. Ora, come è noto, i leoncavallini non partecipano più alle azioni di piazza, sono usciti da un certo movimento, vengono ricevuti da papa Francesco, e si occupano dei più deboli fornendo ospitalità, pasti gratis, lezioni di italiano gratuite. Non senza un qualche imbarazzo, mentre fuori impazza la guerriglia urbana, si chiudono in casa senza pensare troppo a chi una casa non ce l'ha o ce l'ha tra mille incertezze (tradotto: i centri sociali) per organizzare serate e concerti, e mettere via i risparmi in attesa di poter felicemente pagare un affitto.

Il 30 luglio, infatti, la giunta arancione ha deliberato l'atto di permuta immobiliare con la società L'Orologio, del gruppo Cabassi, proprietario dello stabile in via Watteau 7. La permuta prevede che l'edificio diventi di proprietà dell'amministrazione, che a sua volta si farà pagare l'affitto dal nuovo Leo. «Esiste la possibilità di trasformare una situazione di irregolarità in un'opportunità per la città - si leggeva nel provvedimento - superando situazioni di criticità con ripercussioni sulla qualità del territorio e sull'ordine pubblico, come evidenziato anche dalla prefettura». Ecco allora che i compagni, mentre preparano la decima edizione de «La terra trema», sognano a occhi aperti un «nuovo Leoncavallo capace di rispettare il pianeta e consegnare a Milano nuove funzioni sociali e collettive» si legge nel documento che accompagna il mastreplan 2015. I 10mila metri quadri di spazi ospiteranno uno spazio espositivo, un laboratorio artigianale, un'area musica, una galleria di street art, un laboratorio sulla storia del centro sociale, un tempo considerato il «nemico pubblico numero uno della città», il baretto, il teatro-cinema, sale prova e registrazione, la radio, la libreria, la cucina, all'aperto sono previste un'area cani, aree gioco per bimbi, orto botanico, skate park.

La delibera della giunta deve ancora passare, però, al vaglio del consiglio comunale, dove l'opposizione ha già annunciato che darà battaglia. I più ottimisti (tradotto: chi in Comune ha guidato l'operazione) pensano che potrebbe arrivare addirittura prima di Natale.

Il famoso pacco di Natale che il sindaco Pisapia aveva annunciato tre anni or sono.

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