Altro che fattoria degli animali. Ci vorrebbe la penna di George Orwell per raccontare la Milano diventata patria del pensiero unico che esce dalla rassegna stampa dopo il 25 aprile. Perché c'è da rimaner allibiti a leggere il titolo grande con cui da via Solferino virgolettano le parole pronunciate dal sindaco Giuseppe Sala sul palco resistente: «Dal 25 aprile lezioni di tolleranza». La tolleranza di impedire a chi la pensa diversamente di radunarsi con la minaccia della galera?
Lezioni di tolleranza/1. La Brigata ebraica ha potuto sfilare solo scortata dalle forze dell'ordine. E nonostante questo è stata ricoperta di sputi e insulti, tra i quali «ebrei nazisti» era forse il più carino. Tanto per tollerare.
Lezioni di tolleranza/2. Un anatema è caduto su chi non partecipando al corteo della Liberazione tra le bandiere del Pd, quelle rosse di sindacati e partigiani (postumi), voleva una messa il sangue dei vinti. Militi di Salò, ma anche donne stuprate e uccise solo per aver amato un fascista e tanti inermi finiti nella mattanza del dopo 25 aprile. Perché dopo l'indignazione di Anpi e centri sociali a cui ha obbedito con riflesso pavloviano, il sindaco ha spinto il neo prefetto Luciana Lamorgese a vietare qualunque cerimonia al campo dell'Onore. E con pregevole saggezza e disciplina (non riconosciuta da nessuno) gli organizzatori di Lealtà azione e Casa Pound hanno rinunciato alla messa.
Per la prima volta nella storia di Milano che, pur medaglia d'oro della Resistenza, mai aveva vietato di pensarla diversamente. Succede, invece, nell'era del sindaco manager che in azienda era probabilmente poco abituato ad ascoltare le ragioni degli altri. Ammesso che siano altri quelli che con Letizia Moratti sindaco lo avevano voluto direttore generale di un Comune di centrodestra. Ma ora la parrocchia è cambiata.
E quanto alla neo prefetta di ferro arrivata dal ministero, si vedrà se userà lo stesso pugno duro con i centri sociali quando di fronte a un divieto anziché organizzare un pranzo (come hanno fatto martedì Lealtà azione e Casa Pound), sfasceranno Milano come il giorno dell'inaugurazione dell'Expo. E lì no, i magistrati non hanno condannato. Erano solo dei birichini. Ma con spranghe e molotov sicuramente democratiche e antifasciste.
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