È la sinistra che detesta la democrazia

di Giannino della Frattina

La sinistra abbia il coraggio di votare «no». Perché non c'è sentimento peggiore dell'invidia che corrode l'anima. Quella di chi vede il vicino con la Ferrari nuova e gli augura di schiantarsi contro la prima curva invece di ingegnarsi per comprarne una più bella. È questo il male che avvelena una sinistra che ormai incapace di avere una buona idea, rosica per quelle degli altri. Perché non c'è stato un solo politico del Pd o della Cgil che si sia alzato in piedi a spiegare perché sarebbe giusto votare contro il referendum per l'autonomia pensato dal governatore Maroni e appoggiato da un centrodestra mai così unito (a parte qualche alzata d'ingegno della Meloni). Anzi, i due migliori cavalli che oggi hanno in scuderia, i sindaci di Milano e Bergamo Beppe Sala e Giorgio Gori che nelle sabbie mobili dei bilanci devono affondare le mani, hanno detto che il referendum è cosa buona e giusta. E Maroni ha ricompensato la loro onestà offrendo a Gori un posto nella task force chiederà a Roma più competenze e risorse per la Lombardia.

Con Renzi a starsene ben zitto e tutti gli altri a rosicare, Pisapia e sindacati compresi. Ripetere che questo è un voto inutile. Inutile? Scostumati. Ma come si permettono i (solitamente) sinceri democratici di offendere chi nella piena legittimità della Costituzione intende esprimersi su una materia fondamentale per la sua vita? È questa l'idea che Pd e compagni della sinistra hanno della democrazia? È vero che ormai da anni non si vota e i governi li decidono l'ex presidente rosso Giorgio Napolitano e qualche potere forte, ma forse non è proprio il caso di rinunciare al diritto fondamentale su cui si edifica il patto democratico tra cittadini e Stato. Abbiano almeno il coraggio di dire che bisogna tornare a governi che vietino di disturbare il manovratore con questa petulante pretesa che ha il popolo di voler votare. Di decidere come gestire sanità, sicurezza, scuole, strade, beni culturali dopo aver regalato per decenni 5.

400 euro a testa all'anno (compresi bambini e neonati) al vorace leviatano romano. Che li ha ingurgitati senza nulla restituire. Ma il paradosso, alla fine, è che oggi per dire che se il popolo vota è comunque una vittoria, bisogna essere di destra. Così siam messi. Anzi, sono messi.

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