«Con la sinistra in Comune Milano è come Colonia»

«Il centrodestra chiederà aiuto ai militari Ormai manca poco alla scelta del candidato»

Sabrina CottoneOnorevole Luca Squeri, la sinistra alle primarie fa votare gli stranieri residenti. E il centrodestra?«Questo voto alle primarie porterà problemi alla sinistra stessa: in Liguria intere etnie sono state usate come truppe cammellate per favorire questo o quel candidato alla presidenza della Regione. Ma l'obiettivo finale è dare il voto alle amministrative, seguendo un multiculturalismo che non si smentisce. Invece in una situazione in cui rispetto al tema immigrazione servirebbe attenzione massima, servirebbero altri criteri».Quali soluzioni per le gravi tensioni legate all'immigrazione?«Una giunta di centrodestra non proporrà mai di dare agli immigrati 400 euro. Al contrario, potrebbe chiedere ai militari di offrire un presidio per aiutare le forze dell'ordine. Milano non è diversa da Colonia: basta andare a fare un giro alla stazione Centrale e intorno per vedere interi gruppi di extracomunitari che possono fare quel che vogliono. Quel che sta succedendo, viene da lontano e lo si risolverà se si cambia approccio».Servono o non servono le primarie per scegliere il candidato sindaco? «Basta vedere quali risultati hanno portato le primarie nel far eleggere i sindaci peggiori della storia. Penso a Marino a Roma. Non voglio equiparare Pisapia a Marino, ma anche i risultati di Pisapia hanno portato cattivi risultati alla città. Il vero momento della democrazia è il voto in cui si decide chi sarà sindaco di Milano. Alcuni osannano le primarie come se la democrazia fosse incompiuta senza, ma non è così».Allora no secco alle primarie?«Se i responsabili dei partiti non potessero identificare un candidato degno, allora le primarie potrebbero essere uno strumento per dirimere le questioni interne. Ma non mi sembra il caso di Milano».È bene che gli iscritti di Forza Italia votino il coordinatore regionale?«Finora il fatto che Berlusconi abbia scelto i suoi collaboratori più stretti è stato un elemento di forza in Forza Italia. Non credo che chi è votato possa fare di meglio».I gazebo le sembrano sufficienti a coinvolgere nella vita politica?«Forza Italia ai gazebo fornisce un modulo in cui chiede al cittadino quali sono i temi più importanti. I risultati, con l'imprimatur del candidato, contribuiranno a scrivere il programma».Quale la prima cosa da cambiare a Milano?«La sinistra è caratterizzata dalla capacità di spendere e Pisapia l'ha dimostrato. Sono più che raddoppiate le tasse della Moratti: con 770 miioni in più, siamo a un miliardo e 400 milioni. Il primo mandato è ridurre le tasse, perché è nel dna del centrodestra alleggerire l'amministrazione».Il centrodestra non ha ancora un candidato. Aspettare le primarie non è un gioco di rimessa?«Il nostro elettorato non vede l'ora di avere chi porta avanti la sfida elettorale ma se succede a gennaio o febbraio non cambia nulla. Ormai manca poco. Non bisogna fare a gara a chi sceglie prima, ma scegliere il miglior candidato possibile».Che cambia con i risultati delle primarie?«Cambia. Sala è forse il candidato più ostico perché viene dalle nostre fila. Altra cosa se venisse scelto Majorino o la Balzani, che hanno ben impressa la casacca di sinistra».E nella scelta del candidato del centrodestra?«Al momento, fatta la sintesi tra nomi che circolano e ipotesi concrete, ritengo che il candidato ce l'abbiamo: Alessandro Sallusti, secondo me a prescindere dal risultato delle primarie. So che c'è scetticismo perché viene visto come troppo appartenente al mondo del centrodestra, ma secondo me in questo momento sarà un punto di forza».

Gli ultimi sondaggi davano in testa Sala. Novità?«I sondaggi sono di un mese fa. Le campagne elettorali servono proprio per presentarsi agli elettorali e dare risposte concrete ai problemi che la metropoli di Milano ha».

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