C'è un momento per tutto. Anche per congelare per un giorno, uno, le proprie beghe di condominio (leggi: la telenovela su primarie e candidature) e lasciare che l'attenzione si concentri sul protagonista assoluto. Expottimisti o no, ieri i riflettori erano e dovevano rimanere puntati sul grande evento di Milano. Ma la sinistra ha trasgredito a una regola naturale. Anche il commissario Expo Giuseppe Sala, che (quasi) fino all'ultimo aveva mantenuto l'impegno di parlare una volta chiusi i cancelli del suo futuro, sempre più probabile, da aspirante sindaco del Pd, giorni fa ha ceduto alle lusinghe renziane e si è sbilanciato sui pressing. A poche ore dalla cerimonia di chiusura ieri ha provato a frenare chiacchiere e polemiche scattate dagli esponenti dem e Sel. «Chiunque dice che ho preso una decisione è fuori strada - ha detto -. Ovviamente ci ragiono ma voglio prendere una decisione con calma. Sto valutando. Voglio fare qualcosa che sia per il bene mio ma anche per il bene di chi rappresenterò, che si tratti di un'azienda o un'istituzione». Lungo il Decumano la gente gli chiede di fare un selfie. Oggi alla festa di Expo in città in zona Tortona farà il primo «bagno di folla» fuori dai padiglioni, potrebbbe esserci anche Pisapia. «Vedo l'affetto e questo è il motivo per cui mi sono detto onorato - ha aggiunto - però non sono un politico. E anche il fatto di diventarlo vuol dire un esercizio che prevede un cambiamento e bisogna ragionarci bene». Ieri il Corriere ha parlato di manovre in corso tra il Pd e il sindaco Giuliano Pisapia per un ticket di Sala con l'assessore Sel Cristina Tajani, per attirare i consensi della sinistra-sinistra. Sala si è limitato a definirle «ipotesi giornalistica». Su Facebook la Tajani ha pubblicato la foto di un biglietto d'ingresso al cinema e scritto che «è l'unico ticket a cui penso. Il film che preferisco parla di innovazione ed inclusione».
Usa toni più polemici la coordinatrice provinciale di Sel Anita Pirovano: «Dalla lettura dei giornali torna in auge l'idea che qualcuno voglia trasformare le primarie in una specie di House of Cards», la serie tv Usa sugli intrighi di potere.
«Continuiamo senza indugi a lavorare per l'unica ipotesi che ci interessa, primarie vere e indiscutibilmente di centrosinistra, non un teatrino preconfezionato nei salotti». Il capogruppo Sel Mirko Mazzali aggiunge: «Expo è andato bene, ma evitiamo inutili esaltazioni. Ci sono le indagini in corso e ci sono state le vie d'acqua inutili, bloccate grazie alle proteste e alla magistratura».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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