Smog, a Milano si vive tre anni di meno

Smog, a Milano si vive tre anni di meno

Lo smog ci costa tre anni di vita. Milano, Torino e la pianura padana in generale, vivono sotto questa spada di Damocle. L'allarme viene dall'Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari (Alt) che ieri, in Assolombarda, ha fatto appello alle istituzioni. «Passare subito ai fatti e cambiare stile di vita è ormai un'urgenza». Area C e le misure ambientali generiche prese dal Comune non sono bastate.
Secondo studi scientifici, i veleni dell'aria aumentano di un quarto i rischi di infarto e di un terzo quelli di ictus. Gli specialisti parlano anche di risvolti dannosi che andrebbero a colpire bronchi e polmoni con asma, polmoniti, bronchiti e tumori. La colpa sarebbe della conformazione geografica di questa zona d'Italia in cui i gas e le polveri tendono a «ristagnare» con ridotti riflussi che ne diraderebbero le concentrazioni, riducendone le conseguenze. L'unico rimedio è considerato quello di un impegno globale per limitare sensibilmente il traffico, evitando l'immissione di gas nell'atmosfera. Ma non solo. Anche l'inquinamento domestico è nel mirino. Contenere il riscaldamento e utilizzare enrgia pulita può aiutare a migliorare le condizioni e la salute dei cittadini.
In particolare, Roberto Bertolini, direttore del Programma per la salute e l'ambiente dell'Oms all'Unione europea, raccomanda che «la presidenza di turno italiana sia l'occasione per fissare efficaci strategie di lotta all'inquinamento». Il dipartimento di epidemiologia del Lazio ha calcolato che a Roma, metropoli molto più ventilata di Milano, un aumento di 10 micron per millimetro cubo di Pm 10 provoca un rischio di rinfarti di oltre il 20%. In termini numerici, secondo gli epidemiologi riducendo le polveri si potrebbero salvare ogni anno 600 romani e risparmiare un milione di euro.
In Lombardia i morti per motivi da collegare allo smog sono stimati in 300 all'anno dei quali 230 solo a Milano che, insieme a Torino, è considerata la capitale dell'inquinamento. Su scala mondiale invece su 53 milioni di morti si considera che 3,3 milioni perdono la vita per malattie causate dalle condizioni dell'aria. In questa prospettiva, l'Expo 2015, su temi ambientali, assume una rilevanza assoluta e globale.
Una conferma all'allarme lanciato da Alt viene da un ex assessore di Palazzo Marino. Edoardo Croci, titolare di traffico e mobilità nella giunta Moratti e oggi presidente del comitato «Milanosimuove», sostiene che «di passi avanti ne sono stati fatti molti ma la battaglia per garantire qualità dell'ambiente e la salute dei cittadini è ancora lunga come ha ammonito la stessa Alt. La bussola per rafforzare l'impegno c'è: i cinque referendum approvati nel 2011».


Preoccupazione viene da Carlo Monguzzi (Pd), da sempre impegnato su questi temi, che rilancia: «Allargare l'Area C, potenziare sempre di più i mezzi pubblici, intensificare il controllo delle caldaie da riscaldamento, lavorare sull'efficienza energetica degli edifici, decuplicare gli sforzi sulla mobilità ciclabile».

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