«Critica, ma non tragica né anomala», definisce così la qualità dell'aria l'assessore regionale all'Ambiente Raffaele Cattaneo, che sottolinea come la situazione sia nettamente migliorata in Lombardia negli ultimi quindici anni circa. Nessun allarme quindi se anche martedì il Pm10 a Milano ha superato la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo, così a Cantù (Como), Erba e Merate (Lecco), Saronno e Fermo (Varese), con un picco (tra 72 e 75) registrato a Meda e Monza, e a Como (70). A creare la pesante cappa di smog contribuiscono la nebbia e l'assenza di vento e di precipitazioni di questi giorni. Sempre secondo quanto riportato nel bollettino dall'Arpa in città le centraline hanno registrato tra i 57 e i 64 microgrammi per metro cubo di polveri, mentre a Pioltello-Limito 60. Ieri però a causa dello sciopero regionale del settore ferroviario di 23 ore sono state revocate le misure di limitazione della circolazione per i veicoli più inquinanti per tutta la Lombardia. Il bilancio della mattinata era di un treno su tre soppresso.
Secondo le previsioni metereologiche in possesso di regione Lombardia, i livelli delle polveri di questi giorni rimarranno probabilmente stabili fino alla prossima settimana. Rimangono pertanto in vigore i divieti alla circolazione nelle province di Milano e Mantova: vietata la circolazione ai veicoli fino a Euro 4 diesel in ambito urbano, obbligo di spegnimento motori in sosta, obbligo di mantenere la temperatura interna agli edifici sotto i 19 gradi, divieto di usare stufe di classe inferiorealle 3 stelle, nell'ambito agricolo il divieto di spandimento liquami zootecnici e il divieto assoluto di combustioni all'aperto.
Revocate invece le misure temporanee per le province di Lodi (attivo il 1° livello) e di Cremona (attivo 2° livello).
«Se confrontiamo i dati della prima settimana di gennaio - spiega Cattaneo - con quelli del 2002 e del 2009 sono molto più positivi. L'esperienza ci dice che probabilmente durante il mese di gennaio è probabile che aumentino i picchi di smog almeno a Milano. Se guardiamo ai dati del Pm10 nei primi giorni di gennaio a Milano sono significativamente migliori di Torino e Venezia, dati che ci sorprendono positivamente». I numeri parlano chiaro: si registra una diminuzione del 37 per cento del livello medio annuale di Pm10 in Lombardia, e dal 2005 al 2019 meno 63 per cento di giorni di superamento dei limiti all'anno. «Le politiche regionali ci sono e funzionano» conclude Cattaneo, per poi lanciare la sua stoccata al governo: «Se il tema dell'inquinamento in Lombardia è così prioritario, allora ci aspettiamo di vedere nelle prossime ore, non nei prossimi anni, i decreti che stanziano le risorse che il Governo si è impegnato a mettere sul tavolo» rispondendo alle critiche avanzate dal viceministro dello Sviluppo economico ed esponente di punta del M5s, Stefano Buffagni. Buffagni aveva auspicato un intervento coordinato con il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, sotto la regia dell'esecutivo di Roma. «Da un anno e mezzo chiediamo tavoli di confronto con il ministero e non riusciamo ad averli, se il viceministro riesce a farcene avere uno saremo contentissimi» replica Cattaneo. Rincara la dose il governatore Attilio Fontana: «A giugno abbiamo sottoscritto un protocollo attraverso il quale il Governo si impegnava a svolgere attività e garantire risorse economiche per cercare di combattere l'inquinamento. Da allora ad oggi il governo non ha svolto alcun tipo di attività e non ha versato neppure un euro».
Non tutti sono convinti che le politiche ambientali siano efficaci: «Quando le centraline superano i livelli di allarme ogni intervento è inutile e patetico.
L'unica cosa che si può fare è dolersi per i provvedimenti non presi - attacca Carlo Monguzzi, presidente della commissione Ambiente del Comune - L'errore più colossale sono state le deroghe su area B (la scatola nera che tanto fa felici i commercianti). All'emergenza non bisogna arrivarci con i provvedimenti appunto strutturali senza deroghe che li rendano vani».
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