Cronaca locale

La solidarietà letteraria ai detenuti in quarantena

In campo gli scrittori per un progetto di didattica "a distanza": poesie e racconti inediti per i reclusi

La solidarietà letteraria ai detenuti in quarantena

La didattica a distanza è già complessa in condizioni normali, ma che cosa succede se la classe è composta dai detenuti di un carcere? Serve un'idea speciale, e il mondo della cultura milanese e lombardo non si è tirato indietro. Questa è una bella storia di solidarietà e intraprendenza: è ambientata nella Casa Circondariale Sanquirico di Monza che, in questi giorni di rigorosa quarantena, è diventata un piccolo ma significativo modello educativo. Il Cpia di Monza e Brianza, il centro provinciale per l'istruzione l'alfabetizzazione degli adulti, italiani e stranieri, ha deciso infatti di non sospendere del tutto i corsi agli studenti-detenuti. Alla Sanquirico infatti adulti di tutte le età possono conseguire il diploma delle medie, ma anche seguire corsi di letteratura, arteterapia e coro: sono attività seguite da quasi il 40% dei detenuti. La quarantena non permette però ai docenti di recarsi in carcere e così Maria Pitaniello, direttore della casa circondariale, ha accolto l'idea di sperimentare la «didattica a distanza». Tutta analogica, però: fotocopie, testi, libri sono stati fisicamente recapitati dai docenti agli studenti in piccoli «pacchettini regalo». Giovanna Canzi, che coordina tutti i corsi, ha poi avuto un'idea, lanciando un'iniziativa di «solidarietà culturale» rivolta agli autori lombardi: «Ho chiesto ad amici scrittori e giornalisti di inviare uno scritto inedito o non inedito, una poesia, una riflessione, per far capire ai miei studenti che il mondo della cultura là fuori è loro vicino in questo momento particolarmente complesso in cui non possono ricevere nessuna visita esterna. La cultura può superare le barriere ed alleviare lo spirito». La risposta non si è fatta attendere: la scrittrice Bianca Pitzorno ha confezionato un pezzo inedito, dedicato all'arte del cucire, come metafora della pazienza e della cura, Alberto Cristofori ha donato sei racconti inediti e vergato una lettera personale ai detenuti, Elena Rausa ha confezionato una poesia e donato due libri, Emanuela Nava ha inviato il suo libro Il cielo tra le sbarre mentre Lodovica Cima ha scritto una riflessione sul valore della fiaba. Marina Mander, già finalista al Premio Strega lo scorso anno, ha dedicato agli studenti detenuti un racconto mentre Annarita Briganti una sua riflessione su Alda Merini. Hanno aderito all'appello anche la psicoanalista Laura Pigozzi e gli scrittori Matteo Cataluccio, Martino Costa e Filippo Tuena, il poeta Luca Vaglio.

Alberto Casiraghy, poeta ed editore celebre per i suoi volumi della Pulcino Elefante, piccoli libretti di poesia minuziosamente curati, ha inviato ai carcerati degli aforismi.

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