Cronaca locale

Sosta e cartelli truffa, pronta la difesa

I cartelli sono ancora lì: decine e decine di tabelloni «illegali» che segnalano le nuove tariffe per la sosta nei 4100 posti segnati dalle strisce blu in centro. Palazzo Marino ha iniziato a installare la segnaletica che riporta, in maniera posticcia, i nuovi prezzi per il parcheggio nella Cerchia dei Bastioni, anche se non legittimati. E non lo saranno finché non verrà firmata la determina dirigenziale o la ordinanza sindacale in cui si specifica la data in cui entrerà in vigore il nuovo provvedimento, prevista per gennaio. Anche dopo la pubblicazione della notizia che i nuovi cartelli con le tariffe aumentate per il parcheggio sono «illegali», l'amministrazione non solo non ha provveduto a riparare il danno coprendo i tabelloni fino alla data ufficiale, ma continua a incassare indebitamente i danèe dei milanesi e non solo. Con ieri siamo a tredici giorni continuativi in cui Palazzo Marino rimpingua le sue casse «indebitamente».
Ieri l'ex coordinatore dei Giudici di Pace, l'avvocato Vito Dattolico, su queste pagine spiegava che «i cartelli nuovi sono assolutamente illegali, di conseguenza chi prende una sanzione potrà fare ricorso al giudice di pace che lo accoglierà». Bene, i nostri lettori furibondi hanno fatto due conti e hanno visto che non conviene fare ricorso, mettendo da parte «la sgradevolissima sensazione di sentirsi beffati dalla propria amministrazione, che non ha prezzo». La multa per il mancato o errato pagamento della sosta nelle strisce blu ammonta a 41 euro, che diventano 27.50 euro con lo sconto, ovvero se viene pagata entro cinque giorni dalla notifica. Per poter fare ricorso bisogna pagare 38 euro. E dire che su 100.000 procedimenti scritti totali che in un anno in media arrivano all'ufficio di via Francesco Sforza, ben 40.000 riguardano esclusivamente i ricorsi contro le multe. «Ma qualcosa contro il Comune che si prende gioco dei cittadini, facendo pagare tariffe più alte e illecite bisogna pur farlo» scrivono. E allora ecco che hanno pensato alla class action. Per chi non lo sapesse «Si tratta di uno strumento di tutela collettiva risarcitoria idoneo ad ottenere il risarcimento del danno subito da un gruppo di cittadini a causa dell'illecito seriale prodotto da un soggetto professionale. Tale azione si rivela particolarmente utile in tutte quelle situazioni nelle quali si controverte per importi di valore contenuto e dunque il consumatore tende generalmente a rinunciare alla difesa dei propri diritti». Molti milanesi dunque sono già sul piede di guerra «contro un comune che non solo tartassa i suoi cittadini con mille e più nuovi balzelli, per non parlare del pasticcio dell'Imu» denunciano alcune lettere.

Un'azione gravissima tanto che «l'elemento psicologico del raggiro e della truffa - spiegava su queste pagine Dattolico - per un comportamento finalizzato a ottenere un pagamento non dovuto in teoria potrebbe essere oggetto di valutazione da parte delle autorità penali preposte, oltre che da quelle civili».

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