Quasi 28 milioni di euro in otto mesi, tre e mezzo al mese. Solo per le soste vietate. Dove al top delle infrazioni - 613.277 in tutto dal primo gennaio al 31 agosto, per un ritmo quindi di 105 allora - ci sono i posteggi sulle strisce blu senza pagare il gratta e sosta: 140.086 sanzioni, che per 38 euro ciascuna fanno la bellezza di 5,3 milioni di euro nelle casse del Comune. Al secondo posto cè il grave intralcio alla circolazione (86.162 multe), segue il non rispetto del lavaggio strade, incubo dei milanesi e pure del portafogli (78.058 multe). Redditizia per Palazzo Marino è la sosta sul marciapiedi: 60.335 sanzioni in otto mesi, ma ognuna «vale» 78 euro e quindi porta il totale a quota 4,7 milioni di euro. La sosta in doppia fila - a cui il vicesindaco Riccardo De Corato, con le nuove deleghe da assessore al Traffico, ha giurato lotta dura - per ora ha raccolto fino a fine agosto solo 18.145 sanzioni, ma in questo caso lottava posizione è destinata a scalare verso lalto, visto che da martedì entrano in campo pure i 160 ausiliari della sosta con la nuova qualifica di ispettori del traffico. E si parla solo del capitolo sosta, costato negli stessi mesi pure 29mila e passa punti in meno sulla patente. E pure dellera ante-De Corato, che ha assunto lincarico di migliorare la fluidificazione del traffico solo un mese fa.
Se sulla sosta il business è assicurato, non va meglio (per i milanesi) anche a guardare gli altri capitoli delle infrazioni. Il passaggio col semaforo rosso ad esempio è stato punito con 24.610 multe, e in questo caso grazie più alle telecamere (21.927 scatti) che ai vigili, che hanno fermato in flagrante solo in un caso su dodici. Quattromila automobilisti si sono fatti beccare invece alla guida con il cellulare.
Il capogruppo della Lega Matteo Salvini concorda con la linea delle multe a tappeto per le soste sul marciapiede, la doppia fila, le auto che bloccano il passaggio dei mezzi pubblici o sulle aree riservate ai disabili, «tutti quei casi insomma dove il parcheggio irregolare crea grave intralcio e danneggia le altre persone». Detto questo, «non si può invece sparare nel mucchio e bloccare la Milano che produce». Ossia: «Penalizzare eccessivamente il carico-scarico merci o limitare gli orari dei traslochi alla fascia 10-18, come intende fare il vicesindaco». Oggi loperazione è consentita tra le 10 e le 15: solo a Milano le aziende del settore sono circa duecento - pari a 3mila lavoratori - e ogni giorno girano sulle strade per questo servizio circa cento furgoni. «Non possiamo - sostiene Salvini - mettere in crisi delle aziende, e favorire il rischio di licenziamenti, per cento mezzi al giorno che non risolvono il problema del traffico».
Il fronte dei commercianti è compatto: hanno già presentato un ricorso al Tar per chiedere la sospensione della delibera che ridurrebbe il carico merci a partire dal primo gennaio in area Ecopass, multando anche il passaggio dei furgoncini nellorario off limits. Ma anche gli artigiani sono in rivolta perché, viaggiando con furgoni, in base a questo provvedimento rischiano di non poter lavorare in centro dalle 9.30 alle 16.30.
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