Spettatori commensali di un insolito banchetto che è parte dello spettacolo

Spettatori commensali di un insolito banchetto che è parte dello spettacolo

Dopo teatro? Dritti a casa, con un turbinio di sogni che volano in testa e la pancia piena. Questo sarà molto probabilmente lo stato d'animo dopo aver partecipato ad una serata nell'Atelier Teatro in Polvere, in via Bastia 15: lo spettacolo «Teatro Cucina» è in scena dal 15 al 28 gennaio in date specifiche (oltre alla prima e ultima, il 24, 25, 27), uno show che vuole essere un «intrattenimento conviviale» di teatro e arte culinaria. 30 commensali che sono anche i 30 spettatori, seduti per un insolito e vivace banchetto-palcoscenico, con tavole damascate e piatti in metallo e cotto, cucchiai di legno e posate d'argento, bicchieri smaltati, anforette di terracotta. Chi sta pensando che ha già capito, che l'ha già visto, che è la solita adunata un po' alternativa tra il pasto e la recitazione, si sbaglia: Valentino Infuso, ideatore e coautore delle serate, napoletano classe '76, attore-danzatore laureato in economia nonché performer selezionato dal coreografo Ismael Ivo alla Biennale di Venezia, ha realizzato con Elisabetta Faleni, coreografa regista e co-autrice dello spettacolo (ha lavorato con la compagnia Tanztheater di Pina Baush e ha collaborato con diversi registi teatrali, tra cui Antonio Sixty ed Antonio Latella), lo spettacolo che, attraverso l'azione scenica, la musica e il cibo, ripercorre le tappe della vita e permette di condividere con gli altri spettatori-commensali un'esperienza di arte e umana allo stesso tempo. Attraverso una costruzione ritmica molto serrata si creano sulla scena delle immagini che rievocano le fasi fondamentali della vita: dalla nascita, simboleggiata da un impasto di pane che poi diventa come per magia improvvisamente un essere umano, fino alla scena che rievoca il matrimonio («che è la parte se vogliamo più goliardica dello spettacolo, un po' alla Kusturica» dice...), per concludere con la morte e la rinascita, simboleggiata da una torta. Cinque portate, quattro tipi di vini diversi per «parlare in modo personale della vita, sfondando la quarta parete in un rapporto diretto col pubblico».

Un teatro fisico, in cui l'azione ha la stessa rilevanza drammaturgica delle parole, e in cui anche la musica ha un ruolo preciso: l'intero spettacolo è infatti accompagnato da Roberto Zanisi, compositore e musicista, solista in «Giorni e nuvole», l'ultimo film di Silvio Soldini.

Grazie anche alla supervisione culinaria di Davide Oldani, milanese classe 1967, che è chef e ha iniziato il suo percorso già nel 1987 dopo l'incontro con Gualtiero Marchesi, il cibo e la cucina sono interpretati come una tradizione secolare, densa di significati, «non certo come possono essere intesi in un talent show»: tra la musica, la parola, l'azione e il cibo si vuole recuperare il significato autentico della vita, toccando punte di goliardia e altre più serie ed impegnate.

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