C'è un bel pezzo di storia dello sport nel premio Brera che si celebrerà per la quattordicesima volta lunedì pomeriggio nella sala Testori della Regione Lombardia. Milan, Inter, Fabio Capello, Carlo Ancelotti, Marcello Lippi, la Juventus, Valentina Vezzali, Daniele Molmenti chi è passato da queste parti è perchè ha lasciato un segno, ha fatto qualcosa di importante. Ideato dal Circolo Culturale I Navigli,fondato alla fine degli Anni Novanta da Giuseppe Zaccheria che lo associò al Circolo De Amicis di Aldo Aniasi, il «Premio Gianni Brera» ha contribuito non poco alla crescita culturale e sportiva di una città che lo scrittore di San Zenone Po ha vissuto e raccontato. Un premio dedicato ai grandi valori dello sport ma anche per promuovere nel tempo gli insegnamenti e la memoria di quel grande scrittore del nostro tempo che fu Gianni Brera affinché continuasse negli anni a essere di esempio e ispirazione. Così, a partire dal 2001, ogni anno il Circolo Culturale «I Navigli» attribuisce un Trofeo e Riconoscimenti speciali ad atleti e sportivi che si sono distinti sia per i risultati ottenuti sul campo, con particolare attenzione al modo con cui hanno affrontato le loro sfide, sia per il loro contributo alla promozione di una immagine dello Sport come sarebbe piaciuta anche a Brera.
Quest'anno il trofeo va all'Armani basket e servirà forse ad addolcire un po' la sconfitta di due giorni fa in Eurolega contro il Fenerbahce. Le scarpette rosse nella passata stagione sono tornate a dettar legge e dopo qualche anno di incertezze a fare onore ad una storia infinita ed immensa. A ritirare i riconoscimenti sfileranno anche la squadra azzurra juniores di tiro a segno, Martina Grimaldi campionessa europea di nuoto sui 25 chilometri, Bebe Vio oro mondiale di scherma paralimpica, Giuseppe Mascheroni paracadutista con 3500 lanci in carriera e Marco Pastonesi per il suo nuovo libro su Pantani. Ma tra i premiati a GiuanfuCarlo quest'anno sarebbe piaciuto senz'altro Daniel Fontana, primo azzurro nella storia a vincere un Ironman, uomo del Sud del mondo ma adottato dalla Bassa, atleta di primo piano internazionale nel mondo del triahlon ma soprattutto atleta combattivo e senza fronzoli proprio come piaceva a Brera. Sudore, fatica, gambe e cuore erano aggettivi che nei suoi racconti di futbol non mancavano mai e che bisognava mettere in campo. E infatti più Riva «rombo di tuono» che Rivera «l'Abatino», più Bearzot che Sacchi, più mediani che mezzeali.
Sarebbe stato divertente leggere di un Ironman raccontato alla sua maniera. Ne avrebbe colto magie ed essenza, capito il senso più profondo, inteso le verità. E sicuramente avrebbe inventato qualche parola nuova che sarebbe diventata storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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