Bocche (quasi) cucite da Fondazione Fiera. Ieri pomeriggio si è riunito il consiglio di amministrazione per chiudere la «partita» aperta con il Milan senza strascichi giudiziari. Il caso è noto. A luglio il club rossonero si è aggiudicato le aree dell'ex padiglione 1 e 2 al Portello messo a bando dalla Fiera. Il sogno del nuovo stadio accanto a Casa Milan ha iniziato a prendere il volo. Ma già ad agosto i rapporti si sono incrinati: la società aveva chiesto di eseguire i carotaggi per valutare i costi della bonifica dei terreni prima di firmale l'accordo definitivo, anche Fininvest - leggi Marina Berlusconi - ha avanzato dubbi sulla sostenibilità economica dell'operazione. Un paio di settimane fa il presidente Silvio Berlusconi, ancora in trattativa con il thailandese Mr Bee per la cessione di una quota del club, ha chiarito che il futuro del Milan sarà ancora a San Siro. Una pietra sull'ipotesi Portello. Da lì è partita la delicata trattativa con il presidente di Fondazione Fiera Benito Benedini, in scadenza il prossimo febbraio, per rescindere il contratto senza arrivare in tribunale. Una prospettiva dai tempi e dall'esito incerto, soprattutto a Fiera non conviene avventurarsi. L'intesa assicurano tutti arriverà senza passare alle vie legale. Ma per ora non c'è. Il cda si è chiuso ieri con un rinvio della seduta al 13 ottobre. Benedini ha avuto pieno mandato di proseguire nella mediazione con Berlusconi «senza scendere sotto i dieci milioni di euro», circa due anni e mezzo di affitto. L'offerta non vincolante con cui il Milan ha vinto la gara a giugno era per 4,05 milioni all'anno. Ma «non vincolante» è la chiave di volta su cui insiste il club. E i rossoneri non sono disposti a rimetterci più di un'annualità. Secondo i rumors più accreditato, si troverà un'intesa a metà strada, intorno ai 7-8 milioni. Da discutere inoltre sul versamento della penale in unica soluzione o a rate, ma è un «di cui». E Benedini intende aprire solo a chiusura di questa partita il tavolo con il secondo classificato, la Vitali-Stam che ha fatto sapere di essere ancora intenzionata a realizzare il progetto che sorpassato a luglio dallo stadio avveniristico (doveva essere interrato per 30 metri e avere un'altezza in superficie di 15 metri). Vitali ha partecipato con una highline in stile newyorkese, una passeggiata «verde» sospesa e sette metri d'altezza e con servizi per lo sport e lo spettacolo, planetario, anche in questo caso un grande albergo al servizio (soprattutto) degli eventi fieristici. Per ora sembra disponibile a versare un affitto di 3 milioni all'anno. Troppo pochi per Fiera.
«La Fondazione - l'appello ieri dell'assessore regionale allo Sport Antonio Rossi - investala penale nello sport». Impegno che sarà difficile mantenere, servirà a far quadrare i conti dell'ente. Un grosso punto interrogativo invece si pone ora sul futuro di San Siro. «Stiamo lavorando da nove mesi al progetto del Meazza tutto nerazzurro, siamo pronti a investire 150 milioni nello stadio dato in concessione dal Comune a Milan e Inter - ha ribadito ieri il presidente nerazzurro Erick Thohir -. I nostri architetti sono pronti, il programma è pronto». Noi, ha insistito, «concepiamo solo San Siro come la nostra casa, ecco perché vogliamo investire e siamo pronti». Sull'addio al progetto del Portello «abbiamo semplicemente letto la notizia - ha detto -, il nostro management incontrerà il loro e capiremo cosa vogliono». L'ipotesi di una lunga convivenza più o meno «forzata» tra i due club è la più probabile.
Le trattative su un tema così caldo a campagna elettorale in corso rischia d penalizzare le società. La palla passerà al prossimo sindaco. L'assessore Chiara Bisconti giorni fa ha sparatouna cifra da 100 milioni per vendere San Siro ed è stata subito stoppata dai consiglieri (anche di sinistra).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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