Stalkerizza i vicini di casa per le spese condominiali

Se la prende con una coppia di anziani, ex consiglieri del palazzo: «Siete dei mafiosi». Arrestato e processato

Luca Fazzo

Dietro a tutto, dice lui, c'è una storia d'amore. Chissà se è vero, bisognerebbe chiederlo alla presunta amata, che per metterla al riparo dal presunto amante i servizi sociali hanno dovuto portare via da casa sua (sua di lei: della donna). Di sicuro è che per il resto degli abitanti del vecchio palazzo a ridosso di via Paolo Sarpi, lo svalvolamento del signor Mohammed si è tradotto in una specie di incubo collettivo. Costretti a convivere con le follie dell'uomo, alla fine lo hanno denunciato. E soprattutto lo hanno denunciato Grazia e Gabriele, i coniugi che più di tutti erano finiti nel mirino dello scomodo vicino di casa.

Adesso Mohamed Egazi è in carcere, dove lo hanno portato il mese scorso dopo l'ennesimo faccia a faccia con i vicini. Ieri è apparso in tribunale, per essere processato per stalking. Magro come un chiodo, una strana chioma grigio-acciaio, sguardo perso e eloquio incomprensibile. Alla fine il giudice Luigi Varanelli ha deciso: perizia psichiatrica. Che Egazi - 63 anni, egiziano - sia un po' matto, in effetti è possibile. Ma in tal caso bisogna riconoscere che, come direbbe il poeta, c'è del metodo in questa follia.

In via Niccolini 24, casa di ringhiera nel cuore di Chinatown, Egazi viveva con la sua compagna, la milanesissima signora Mariani, e per dodici anni è stato un signore ammodo, «mia madre lo invitava anche a prendere il caffè», racconta un testimone. Poi qualcosa si è rotto. Tema: le spese condominiali, tasto dolente di tanti milanesi. Egazi accusa il consigliere e l'amministratore di «fare la mezza», e di «farsela con i cinesi» che - come in tutta la zona - gestiscono i negozi a pian terreno: e anche qua nulla di insolito. Ma di fatto Egazi si autonomina gestore del palazzo, impedisce l'ingresso agli elettricisti e ai muratori inviati dal condominio, respinge i tecnici di Sky, scaccia i ciclisti non autorizzati. E il lavoro lo fa lui. Aggiusta il portone, imbianca l'atrio, sistema il cortile, pulisce le scale. Senza chiedere una lira. Sì, appende in bacheca gli scontrini del materiale: ma solo per rivendicare l'impresa. «Parlo solo con la Guardia di finanza», scrive. Quando i servizi sociali portano via la sciura Mariani, si mette a dormire dove capita: sui ballatoi, in cortile, nel locale spazzatura. «La casa senza di lei mi metteva tristezza», dice.

Si dirà: beh, c'è di peggio. Il problema è che l'eccentricità di Egazi diventa una persecuzione per la coppia di anziani che mette al centro dei suoi deliri: Gabriele, che ha la colpa di essere stato consigliere del condominio, e sua moglie. L'egiziano si sdraia sul ballatoio davanti alla loro porta, si siede a mangiare su uno sgabello, insomma gli impedisce di uscire di casa.

Li segue per strada, urla frasi sconnesse, «siete dei mafiosi, devi smetterla di prendere soldi dai cinesi, tu non sei nessuno qua dentro e lei è solo una barbona». Loro lo denunciano a ripetizione, ma lui non smette. «Per uscire dovevamo chiamare il 112», raccontano ieri in aula i coniugi. Il 25 settembre, li blocca di nuovo: arriva la Volante, e stavolta lo arresta.

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