Ci sono studenti del liceo che smanettano con il cellulare, fanno i conti con la calcolatrice e se ne vanno senza neanche finire la coda. Forse almeno a loro la stangata servirà a convincere mamma e papà a comprare il motorino usato e al diavolo viaggiare in tram perché fa bene all'ambiente. Ma i pensionati che da inizio settimana fanno la coda all'Atm Point di piazza Duomo per rinnovare l'abbonamento mensile o annuale dal primo settembre scoprono la batosta sui mezzi pubblici approvata dalla giunta Pisapia con un blitz a inizio agosto, quando l'attenzione dei milanesi era più concentrata sulle ferie. Il mensile per i passeggeri senza agevolazioni passa da 30 a 35 euro, l'annuale da 300 a 330. Per gli under 26 la tariffa sale da 17 a 22 euro e da 170 a 300. Ma per i nonni sono dolori. Continueranno a viaggiare gratis sui mezzi gli over 65 con reddito fino a 16mila euro. Ma le donne over 60 e gli uomini con più di 65 anni che fino ad oggi hanno pagato tutti 15 euro il mensile e 170 l'annuale a prescindere dal reddito passano invece a 30 al mese (praticamente il doppio) e 300 all'anno (130 euro in più) se hanno un reddito Isee sopra i 20mila euro. Per chi ha reddito tra 16 e 20mila euro c'è lo sconto, pagano 22 euro il mensile e 200 l'annuale. Ma l'Isee, questo sconosciuto è il primo caos che si avverte dopo qualche minuto agli sportelli dell'Atm Point. Mentre la gente attende in fila gli addetti spiegano la novità e distribuiscono i fogli dove la dichiarazione si può compilare gratis con l'assistenza di tecnici, ad esempio al Centro servizi fiscali della Cgil in via Giambellino 115, via Lazzaro Papi 10, piazzale Segesta 4, piazza Prealpi 4, via santa Rita da Cascia 59, alle sedi Alci di viale Suzzani 73, via Trilussa 23, via Lattanzio 60 (l'elenco completo è sul sito www.acliservizi.com) o in quelle della Uil, come via Botticelli 2, via hermada 14, via Canzio 14).
Se il primo giro a vuoto è già una scocciatura, perché bisogna tornare con la dichiarazione una seconda volta per avere diritto allo sconto, tanti anziani protestano perché magari per qualche migliaio di euro supereranno la soglia dei 20mila che esclude dall'agevolazione e si traduce nel raddoppio dei costi. «Ma con 30mila euro non siamo mica dei ricconi» si sfogano alcuni. «E almeno i mezzi funzionassero, vada il sindaco in periferia e con un servizio estivo fino ai primi di settembre» contesta un altro che l'ha votato e «aumenti del genere sui più fragili non me le aspettavo da uno di sinistra come lui». Anche perché, dichiarava Giuliano Pisapia da candidato sindaco a pagina 13 del suo programma elettorale nel 2011, per avere una città che migliora la qualità della vita e dell'aria e nella quale ci si muove facilmente a piedi e in bicicletta e con i mezzi «il trasporto pubblico deve diventare più rapido, più efficiente e meno costoso per i contribuenti».
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