La stangata non è un film: fino a 50mila euro di Imu

La stangata non è un film: fino a 50mila euro di Imu

La stangata. Non è un film purtroppo, ma la situazione che sta facendo crescere l'allarme in tanti gestori di sale cinematografiche e teatri della città. Che fanno i conti con un calo di spettatori più basso della media nazionale, si è fermato al 4% invece che al 10 l'anno scorso. Ma le tasse stanno mettendo in seria difficoltà i cinema, passati dai 140 degli anni Settanta ad appena una ventina, e soprattutto i mono-schermo come l'Arlecchino, il Mexico, il Centrale (che ha 104 anni e la tutela dei Beni culturali). «Se va avanti così rischiano di chiudere» non ci gira intorno regionale di Agis Domenico Losurdo. Ieri dopo diverse lettere a sindaco e assessori, i rappresentanti di Agis e Anec (esercenti del cinema) sono riusciti a presentare la loro protesta almeno ai consiglieri riuniti in Commissione Bilanci e Cultura. «L'Imu ha portato ad aumenti fino al 198% in più rispetto alla vecchia Ici, sta diventando insostenibile». Una lista a titolo d'esempio: teatro Carcano, pagava 8.405 euro nel 2011 ed è passato a 21.382 (+154%), il cinema Apollo da 16.024 a 40.765 (+154%), l'Arcobaleno da 9.229 a 27.479 (+198%), l'Eliseo da 3.435 a 7.937 (+131%), l'Eliseo da 6.210 a 16.280 (+162%), lo storico Cinema Mexico che ha il biglietto più economico della città e offre sconti a over 65 e giovani tutti i giorni e non solo nel weekend, da 3.008 a 7.875 euro (+162%). E «si deve tener conto che nel provvedimento dell'Imu è prevista nel 2013 una ulteriore rivalutazione del coefficiente del 15%». Si aggiunge la Tarsu, che «viene calcolata sulle volumetrie, che per cinema e teatri sono imponenti anche se non è detto che producano rifiuti quanto un bar di modeste dimensioni che abbia un buon business» e ora «destano preoccupazione i criteri di applicazione della nuova Tares». Già la Tarsu è costata al Carcano 6.279 euro (il 27% in più del 2011), all'Apollo 11mila euro, al cinema Plinius 7.962. Si aggiungono le imposte comunali come Cosap, che è aumentata significamente nel 2012 e per i teatri che devono fare frequenti montaggi e smontaggi di scenografie è diventata particolarmente gravosa, e l'imposta sulle insegne pubblicitarie che varia dai 5mila ai 18mila euro. La presidente di Agis Nicoletta Rizzato e di Anec Domenico Dinoia lanciano un sos al Comune: «Copi almeno il modello di Roma». Il sindaco Alemanno già in prima fase abbassò dall'1,06 allo 0,76 l'aliquota per cinema e teatri del centro e per le mono-imprese nel resto della città. A novembre ha esteso lo sconto a tutta la città. Anche il Comune ha applicato la minore aliquota possibile, cioè il 30% in meno di quella prevista per le seconde case. Già se Milano si allineasse alla capitale, fanno presente, «sarebbe comunque il raddoppio rispetto all'Ici». Per dire: 15.331 euro al Carcano, 29.227 per l'Apollo, 5.646 al Mexico. Ma già un respiro. Tanto più, ricordano, che teatri e cinema collaborano con il Comune per offrire ingressi gratis o ridotto a scuole e anziani in alcuni periodi dell'anno, ad esempio nel Piano caldo. Tradotto: non si può solo chiudere.
Il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli è categorico: «Bisogna detassare le realtà che fanno cultura».

E anche Sel e Pd ammettono: «Roma ha fatto meglio. Almeno nel 2013 dobbiamo recuperare, presenteremo a breve una mozione urgente e bipartisan in aula per impegnare la giunta a studiare uno scontro per queste realtà da salvaguardare».

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