Elezioni Comunali 2017

Di Stefano fa la storia: "Vittoria della gente"

«Stasera abbiamo fatto la storia, dopo 72 anni di governo della sinistra abbiamo liberato Sesto. Un'emozione incredibile»

Di Stefano fa la storia: "Vittoria della gente"

A mezzanotte esplode la festa. «Stasera abbiamo fatto la storia, dopo 72 anni di governo della sinistra abbiamo liberato Sesto. Un'emozione incredibile». Roberto Di Stefano è appena diventato sindaco della ormai ex Stalingrado d'Italia, la «roccaforte rossa» della sinistra è stata espugnata e con un risultato record: il 58,5% dei voti contro il 41,4 della sindaca uscente Monica Chittò. «É un'impresa storica - ribadisce l'uomo di Forza Italia, da dieci anni consigliere di opposizione -, ma è una vittoria della gente io sono solo il loro portavoce. Ho fatto sempre politica a contatto delle persone, un metodo diverso da chi preferisce stare nel palazzo». Con lui c'è la moglie Silvia Sardone, consigliera azzurra a Milano, lo raggiunge la coordinatrice regionale di Fi Mariastella Gelmini che aveva definito la vtttoria a Sesto un simbolo in vista delle prossime Regionale, e anche delle Politiche. E c'è Giampaolo Caponi, l'ex sfidante civico che al primo turno ha incassato il 24% delle preferenze e ha firmato un accordo con Di Stefano. «Il centrodestra unito e allargato al civismo è vincente» considera il neo sindaco.

Chittò e Di Stefano partivano da uno scarto di appena cinque punti, il 30,9% per la sindaca uscente e il 26% per lo sfidante del centrodestra unito (Fi, Lega e Fdi). Al primo turno la metà degli elettori avevano partecipato al voto (50,93% degli aventi diritto), ieri l'affluenza si è fermata al 45,6. Cinque punti in meno ma non è stato un tracollo. «Per la Lega in Lombardia è una grande vittoria» commenta il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi. Arrivano le congratulazioni dell'ex sfidante 5 Stelle Antonio Foderaro: «Sesto ha deciso per il cambiamento senza se e senza ma.

Complimenti al neo sindaco con l'augurio di dimostrare a tutti noi di poter fare bene, senza se e senza ma».

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